venerdì 14 novembre 2008

GERMANIA: LE BANCHE IN CRISI OPTANO PER LA FUSIONE FORZATA

In un momento drammatico per le sorti del capitalismo, in cui l'opinione pubblica mondiale torna a chiedere allo Stato di calarsi nei panni del regolatore e, perché no, magari anche del banchiere, non fa male ricordare quali siano gli effetti di un sistema bancario capillarmente gestito dalla mano visibile della politica. L'esempio ci viene dalla Germania, i cui istituti di credito più colpiti dalla crisi dei mutui subprime sono per l'appunto quelli pubblici, ossia le banche regionali (Landesbanken), controllate dalle numerosissime casse di risparmio (Sparkassen).

Queste ultime, a carattere locale, fungono da forziere ad uso e consumo delle prime. Il loro compito è cioè quello di finanziare le attività dei singoli istituti regionali. La normativa che le regola, più volte entrata in collisione con i criteri sanciti dai Trattati comunitari, è estremamente rigida. Innanzitutto le casse di risparmio non possono entrare in totale concorrenza tra loro, in base al principio secondo il quale ciascuna di esse opera nell'ambito segnato dalla banca regionale cui fanno riferimento. In secondo luogo, alle Sparkassen non si applica la legge tedesca sul fallimento, mentre le loro modalità operative sono dettate tassativamente da norme approvate dai singoli Länder.

Il tutto secondo uno spirito velatamente "no-profit", con alti costi del personale e generosi paracaduti di garanzia statale. Una botte di ferro contro gli eccessi del mercato, si direbbe. E invece no, perché a dover elemosinare aiuti presso il governo centrale sono oggi proprio quelle banche regionali, massicciamente gestite dalle casse risparmio e dai governi dei vari Länder. Sommerse dai debiti per gli investimenti spericolati Oltreoceano e per la conduzione economica dissennata di alcuni consiglieri di amministrazione con la tessera di partito, le Landesbanken sono ora con l'acqua alla gola. Di qui il piano per ristrutturare l'intero comparto, del quale ha dato ieri alcune anticipazioni il Financial Times Deutschland.

I membri dell'associazione delle casse di risparmio e delle banche regionali (DSGV) intendono infatti raggruppare le sette barcollanti Landesbanken ancora esistenti (molte si sono infatti fuse insieme nel corso degli anni) in tre maxi-istituti, riconducibili a tre distinte zone geografiche del paese: sud (Bayern Lb, LBBW e parte della West Lb), ovest (Deka Bank, Helaba e la restante parte di West Lb) e nord-est (Nordbank, Norddeutsche Lb). La Landesbank Berlin, nella cui orbita ruota la maggior parte delle casse di risparmio, verrà integrata in uno dei tre blocchi.

I pezzi di carta straccia provenienti dagli USA, che hanno mandato in rosso i bilanci degli istituti regionali dovrebbero invece essere acquistati dal governo, per mezzo del generoso fondo messo a disposizione il mese scorso. All'accordo tra gli erogatori del credito deve però far seguito quello dei vari governi regionali. Il presidente del Land Nord-Reno Westfalia Jürgen Rüttgers (CDU), la cui banca verrebbe impietosamente smembrata, ha già reso note le sue perplessità e potrebbe così mettere i bastoni fra le ruote. Dopo il no giunto in serata anche dalla Bassa Sassonia, il progetto sembrerebbe destinato ad arenarsi.

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