Dall’entrata in vigore della nuova normativa sulla garanzia europea, sono sempre più frequenti i venditori che tentano di eludere la legge a tutela del consumatore contando sulla scarsa informazione della maggior parte delle persone che si trovano coinvolte in casi di vizi del prodotto acquistato. Per evitare ciò, e dare ai nostri lettori la possibilità di essere più consapevoli dei propri diritti, cercherò di spiegare brevemente quali essi siano, smascherando alcune delle più ricorrenti “trappole” utilizzate da venditori disonesti per truffare i clienti nel momento in cui questi richiedono la garanzia. Concluderò però con un breve commento di carattere politico criticando la normativa in vigore e cercando di spiegare perché a mio parere essa sia, involontariamente, la causa di una così diffusa conflittualità fra venditori e consumatori.
Per cominciare, la garanzia europea copre QUALSIASI bene di consumo per un periodo di due anni dall’acquisto. Ogni pattuizione in senso peggiorativo per il consumatore è nulla (per esempio se il venditore dichiarasse di non garantire il prodotto o di garantirlo per un tempo minore). Come prova della data di acquisto è necessario lo scontrino fiscale o una sua fotocopia (fare una fotocopia è in ogni caso raccomandabile, perché l’inchiostro degli scontrini “svanisce” dopo qualche tempo e diventa illeggibile). Ogni altro adempimento richiesto dal venditore (invio di lettere o cartoline, presentazione di altri documenti o della scatola originale ecc.) è puramente ostruzionistico ed illegittimo, e non trova riscontro nel Codice del consumatore.
Il difetto di conformità va segnalato AL VENDITORE entro due mesi dal momento in cui è riscontrato. È il venditore che deve prestare la garanzia, perciò se vi dice di rivolgervi direttamente al produttore o a qualche altro centro assistenza sappiate che sta mancando ad un obbligo di legge.
Il venditore è tenuto, IN TEMPI RAGIONEVOLI, a riparare o sostituire l’oggetto. Ove questa operazione non sia possibile o non riesca nell’intento (per esempio perché due o più volte l’oggetto riparato ripresenti lo stesso vizio dopo poco tempo) il compratore ha diritto a chiedere, a sua scelta, di riavere indietro i soldi restituendo il bene (risoluzione del contratto) oppure di pattuire una congrua riduzione del prezzo in ragione del minor valore dell’oggetto difettoso.
È importante sapere che a seguito di una riparazione o sostituzione la garanzia RIPARTE per due anni riguardo al pezzo sostituito o riparato. Se è sostituito l’oggetto in toto, esso si considera come appena acquistato ai fini della garanzia.
Infine, tenete presente che uno stratagemma frequente che usano i venditori per negare la garanzia è affermare che un determinato difetto è stato causato dal compratore successivamente all’acquisto. Ad esempio, mi è capitato di subire questo “tentativo” qualche tempo fa a seguito di un difetto riscontrato ai cristalli liquidi dello schermo del mio cellulare. Il venditore mi disse che probabilmente l’avevo schiacciato in tasca, e dunque la riparazione non sarebbe stata coperta da garanzia. Ebbene, fate attenzione, la legge al riguardo è chiara: “Salvo prova contraria, SI PRESUME che i difetti di conformità che si manifestano NEI PRIMI SEI MESI della consegna del bene esistessero già a tale data”, con la conseguenza che, a meno che il venditore non abbia un filmato probatorio del fatto che avete causato voi il danno, la garanzia è dovuta in ogni caso, e non valgono le supposizioni del venditore sulla vostra “colpevolezza”.
Detto questo, e fatta chiarezza sul fatto che non mi piace in nessun caso chi fa il furbo a spese del proprio cliente, devo però evidenziare che, come ho già anticipato, è la normativa stessa a creare i problemi di conflittualità che quotidianamente rileviamo. E il motivo è che essa è scritta in modo ideologico, con una mentalità quasi sindacalista, irrigidita su una posizione di demagogica “protezione” di una parte del mercato a danno di un’altra.
Alla base di questa impostazione sta (al contrario di quanto si dice anche nei manuali di diritto, che definiscono questa legge “liberale”) una malcelata diffidenza nei confronti della libertà di mercato. Infatti, per giustificarla bisognerebbe negare ciò che ci insegnano gli economisti, e cioè che la domanda e l’offerta sono in grado di incontrarsi al tempo stesso in modo libero e soddisfacente per entrambe le parti. Il sindacalismo si basa su questa negazione, perché ha del mercato un’idea conflittuale, e propone dei modelli legislativi che tutelino una “classe” (residuo dell’ideologia marxista) anziché la libertà contrattuale dei singoli. Come se la “classe” fosse un gruppo omogeneo di persone che hanno gli stessi interessi! Cosa significa “consumatori”? Nulla: ciascun compratore è diverso. C’è chi vuol spendere poco e chi si può permettere maggiori larghezze, chi vuole la comodità e chi è disposto a cercare in più negozi, chi vuole il vestito rosso e chi quello azzurro, chi vuole la garanzia anche pagando di più e chi invece preferirebbe semplicemente un prezzo più basso.
E questo è il punto: il sistema migliore (perché meno conflittuale) sarebbe, ancora una volta, la libertà contrattuale. I venditori dovrebbero essere lasciati liberi di proporre la garanzia che preferiscono secondo le loro strategie aziendali. Quelli di loro che vorranno proporre merci di qualità più scarsa potranno diminuire il periodo della garanzia, ma dovranno fare attenzione perché la garanzia è, per il compratore che deve decidere, un indice di quanto l’azienda si fidi dei suoi stessi prodotti. Un’azienda che dà pochissima garanzia trasmetterà l’impressione di vendere prodotti destinati a durare poco, venendo punita dal mercato.
L’equilibrio giusto fra prezzo, qualità e garanzia non può che essere stabilito dalla libera interazione delle forze di mercato, capaci di maggiore elasticità e prontezza rispetto alla legge nel rispondere ai variegati bisogni della collettività. L’attuale normativa, omologando legislativamente i regolamenti di garanzia, toglie di fatto ai consumatori un segnale importante per valutare la serietà del produttore, alza forzosamenti i prezzi, va contro alla libertà d’impresa e alimenta una miriade di malintesi fra venditori e compratori, entrambi disorientati da una scelta contrattuale che loro non hanno esercitato ma che regola ipso iure ed inderogabilmente i loro rapporti.
Per cominciare, la garanzia europea copre QUALSIASI bene di consumo per un periodo di due anni dall’acquisto. Ogni pattuizione in senso peggiorativo per il consumatore è nulla (per esempio se il venditore dichiarasse di non garantire il prodotto o di garantirlo per un tempo minore). Come prova della data di acquisto è necessario lo scontrino fiscale o una sua fotocopia (fare una fotocopia è in ogni caso raccomandabile, perché l’inchiostro degli scontrini “svanisce” dopo qualche tempo e diventa illeggibile). Ogni altro adempimento richiesto dal venditore (invio di lettere o cartoline, presentazione di altri documenti o della scatola originale ecc.) è puramente ostruzionistico ed illegittimo, e non trova riscontro nel Codice del consumatore.
Il difetto di conformità va segnalato AL VENDITORE entro due mesi dal momento in cui è riscontrato. È il venditore che deve prestare la garanzia, perciò se vi dice di rivolgervi direttamente al produttore o a qualche altro centro assistenza sappiate che sta mancando ad un obbligo di legge.
Il venditore è tenuto, IN TEMPI RAGIONEVOLI, a riparare o sostituire l’oggetto. Ove questa operazione non sia possibile o non riesca nell’intento (per esempio perché due o più volte l’oggetto riparato ripresenti lo stesso vizio dopo poco tempo) il compratore ha diritto a chiedere, a sua scelta, di riavere indietro i soldi restituendo il bene (risoluzione del contratto) oppure di pattuire una congrua riduzione del prezzo in ragione del minor valore dell’oggetto difettoso.
È importante sapere che a seguito di una riparazione o sostituzione la garanzia RIPARTE per due anni riguardo al pezzo sostituito o riparato. Se è sostituito l’oggetto in toto, esso si considera come appena acquistato ai fini della garanzia.
Infine, tenete presente che uno stratagemma frequente che usano i venditori per negare la garanzia è affermare che un determinato difetto è stato causato dal compratore successivamente all’acquisto. Ad esempio, mi è capitato di subire questo “tentativo” qualche tempo fa a seguito di un difetto riscontrato ai cristalli liquidi dello schermo del mio cellulare. Il venditore mi disse che probabilmente l’avevo schiacciato in tasca, e dunque la riparazione non sarebbe stata coperta da garanzia. Ebbene, fate attenzione, la legge al riguardo è chiara: “Salvo prova contraria, SI PRESUME che i difetti di conformità che si manifestano NEI PRIMI SEI MESI della consegna del bene esistessero già a tale data”, con la conseguenza che, a meno che il venditore non abbia un filmato probatorio del fatto che avete causato voi il danno, la garanzia è dovuta in ogni caso, e non valgono le supposizioni del venditore sulla vostra “colpevolezza”.
Detto questo, e fatta chiarezza sul fatto che non mi piace in nessun caso chi fa il furbo a spese del proprio cliente, devo però evidenziare che, come ho già anticipato, è la normativa stessa a creare i problemi di conflittualità che quotidianamente rileviamo. E il motivo è che essa è scritta in modo ideologico, con una mentalità quasi sindacalista, irrigidita su una posizione di demagogica “protezione” di una parte del mercato a danno di un’altra.
Alla base di questa impostazione sta (al contrario di quanto si dice anche nei manuali di diritto, che definiscono questa legge “liberale”) una malcelata diffidenza nei confronti della libertà di mercato. Infatti, per giustificarla bisognerebbe negare ciò che ci insegnano gli economisti, e cioè che la domanda e l’offerta sono in grado di incontrarsi al tempo stesso in modo libero e soddisfacente per entrambe le parti. Il sindacalismo si basa su questa negazione, perché ha del mercato un’idea conflittuale, e propone dei modelli legislativi che tutelino una “classe” (residuo dell’ideologia marxista) anziché la libertà contrattuale dei singoli. Come se la “classe” fosse un gruppo omogeneo di persone che hanno gli stessi interessi! Cosa significa “consumatori”? Nulla: ciascun compratore è diverso. C’è chi vuol spendere poco e chi si può permettere maggiori larghezze, chi vuole la comodità e chi è disposto a cercare in più negozi, chi vuole il vestito rosso e chi quello azzurro, chi vuole la garanzia anche pagando di più e chi invece preferirebbe semplicemente un prezzo più basso.
E questo è il punto: il sistema migliore (perché meno conflittuale) sarebbe, ancora una volta, la libertà contrattuale. I venditori dovrebbero essere lasciati liberi di proporre la garanzia che preferiscono secondo le loro strategie aziendali. Quelli di loro che vorranno proporre merci di qualità più scarsa potranno diminuire il periodo della garanzia, ma dovranno fare attenzione perché la garanzia è, per il compratore che deve decidere, un indice di quanto l’azienda si fidi dei suoi stessi prodotti. Un’azienda che dà pochissima garanzia trasmetterà l’impressione di vendere prodotti destinati a durare poco, venendo punita dal mercato.
L’equilibrio giusto fra prezzo, qualità e garanzia non può che essere stabilito dalla libera interazione delle forze di mercato, capaci di maggiore elasticità e prontezza rispetto alla legge nel rispondere ai variegati bisogni della collettività. L’attuale normativa, omologando legislativamente i regolamenti di garanzia, toglie di fatto ai consumatori un segnale importante per valutare la serietà del produttore, alza forzosamenti i prezzi, va contro alla libertà d’impresa e alimenta una miriade di malintesi fra venditori e compratori, entrambi disorientati da una scelta contrattuale che loro non hanno esercitato ma che regola ipso iure ed inderogabilmente i loro rapporti.
30 commenti:
purtroppo come tutti i regolamenti/direttive in Europa nasce da un compromesso tra i governi, questa volta il compromesso è stato fatto al ribasso con il governo francese, che in tema di garanzia sui prodotti ne aveva fatto bandiera nazionale, contro il sistema di garanzie anglosassoni che a dire loro è meno garantista.
lafinestrazzurra
UE: più politica, meno tecno/burocrazia! Questo ci vuole!
Ah, i francesi! Sempre contenti del loro dirigismo. Col peso politico che hanno in europa, credo che ci trascineranno tutti verso nuovi lidi di statalismo...
Questa legge è stata fatta per proteggere le imprese e nn i consumatori. Garantendo un livello minimo di protezione. P.S. In spagna se compri un portatile e lo butti per terra te lo sostituiscono senza fiatare!!!
"È importante sapere che a seguito di una riparazione o sostituzione la garanzia RIPARTE per due anni riguardo al pezzo sostituito o riparato. Se è sostituito l’oggetto in toto, esso si considera come appena acquistato ai fini della garanzia."
Se è vero quanto sopra, in quale articolo della norma vigente è richiamato il passaggio?
Devo dimostrarlo ad un produttore che non la pensa così.....Grazie!!
per reply: gabriza@supereva.it
Ciao mi chiamo Andrea Baglivo! siete molto più preparati di me in materia di garanzia. Porto a riparare un elettrodomestico (fuori garanzia), mi sostituiscono un intero pezzo, al quale riconoscono solo tre mesi di garanzia. Dopo due mesi mi si rompe e me lo sostituiscono in garanzia, lasciandomi con un solo mese di garanzia (rimanente dalla prima sostituzione). Minimo mi aspettavo altri tre mesi (anche se addirittura penso che dovrebbero essere due anni). Chi mi dice la frase del codice del consumatore alla quale posso appellarmi? Grazie...!!!!!!!!!!
Truffaldina è l'interpretazione della legge fatta qui.
Esempio 1 - Come scritto qui, pare che il consumatore possa pretendere la sostituzione anzichè la riparazione: FALSO. Riporto il testo di legge:"3. Il consumatore può chiedere, a sua scelta, al venditore di riparare il bene o di sostituirlo, senza spese in entrambi i casi, salvo che il rimedio richiesto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all'altro.4. Ai fini di cui al comma 3 e' da considerare eccessivamente oneroso uno dei due rimedi se impone al venditore SPESE IRRAGIONEVOLI in confronto all'altro, tenendo conto:a) del valore che il bene avrebbe se non vi fosse difetto di conformità;b) dell'entità del difetto di conformità;c) dell'eventualità che il rimedio alternativo possa essere esperito senza notevoli inconvenienti per il consumatore." Quindi il venditore può (giustamente) propendere per la riparazione qualora la sostituzione sia per lui troppo gravosa.
Esempio 2 - È importante sapere che a seguito di una riparazione o sostituzione la garanzia RIPARTE per due anni riguardo al pezzo sostituito o riparato. Se è sostituito l’oggetto in toto, esso si considera come appena acquistato ai fini della garanzia.: TOTALMENTE INVENTATO. Non sta scritto da nessuna parte ed è inlogico, perchè se si vende il bene è su quello che è stipulato un contratto ed in base a tale contratto riparerò gratuitamente o sostiturrò il bene. Non c'è alcun nuovo contratto.
Esempio 3 - Non serve alcun filmato. Riporto sempre per intero il comma che il furbissimo amico ha "tagliato" :"Salvo prova contraria, si presume che i difetti di conformità che si manifestano entro sei mesi dalla consegna del bene esistessero già a tale data, A MENO CHE TALE IPOTESI SIA INCOMPATIBILE CON LA NATURA DEL BENE O CON LA NATURA DEL DIFETTO DI CONFORMITA'." E anche qui a logica, il display di un cellulare che ha funzionato per 5 mesi pare essere conforme. Se al sesto mese non funziona più e MOLTO PROBABILE se non CERTO che abbia preso dei COLPI. Qui sta all'intelligenza del consumatore nel servirsi da COMMERCIANTI di fiducia che possano venirgli in contro o chiudere un occhio sulla natura del difetto. C'è poco da pretendere
Concludo dicendo che in generale si tratta di una legge caduta sulla testa dei commercianti che devono prendersi carico a volte delle carenze costruttive di oggetti di basso costo voluti da consumatori che cercano sempre più spesso il basso costo a discapito della qualità, ma pretendono diritti assurdi per gadget da meno di 100 € made in Cina. Come sempre vige la legge del più forte!!
Caro Andrea Baglivo.... no te lo dice nessuno, perchè giustamente non esiste!!
Per Andrea: Qualsiasi avvocato ti può confermare che Dottrina e Giurisprudenza concordano su un'interpretazione estensiva dell'art. 132 del D.ls. n.206/2005, che recita: "Il venditore è responsabile, a norma dell'articolo 130, quando il difetto di conformità si manifesta entro il termine di due anni DALLA CONSEGNA DEL BENE". Ciò significa che, nel caso di consegna di un bene del tutto nuovo, la garanzia riparte da 0 per altri due anni. Nel caso invece di riparazione avrai altri 2 anni solo relativamente al pezzo sostituito, mentre se il guasto riguarda un diverso componente varrà la data di acquisto come momento iniziale per il decorso della garanzia.
Ribadisco poi che nessun bene ha 3 mesi di garanzia, perchè l'art. 132 è INDEROGABILE PATTIZIAMENTE. Ciò significa che il tuo venditore ti deve assicurare una garanzia di 2 anni, lo voglia oppure no, e anche se c'è stato un patto contrario.
Riguardo, poi, all'ultimo commento, lasciato certamente da un visitatore con scarsi rudimenti di diritto, ci sarebbe da offendersi per l'aggettivo "truffaldina", se si pensasse che davvero il visitatore in questione sapesse cosa significa. Ma ciò è fuori discussione, visto l'uso che fa della parola, perciò facciamo finta di nulla. Tra l'altro, si dice "illogico" e non "inlogico", ma evidentemente l'italiano non è il suo forte.
Comunque, riguardo alla prima obiezione (non si sa perchè contrassegnata come "esempio 1" anche se non è un esempio, ma andiamo avanti): l'amico cita l'art. 1492, che ormai è però stato sostituito, nel 2005, da una normativa più favorevole al consumatore, perciò è da considerarsi una norma fuori contesto in materia di contratti del consumatore. Ora la materia è regolata dal citato D.ls. 206, che limita i casi in cui il venditore può opporre al consumatore "l'eccessiva onerosità" della scelta eventualmente fatta da quest'ultimo (co.4) e inoltre pone un nuovo criterio di bilanciamento degli interessi fra le due parti, prevedendo che la riparazione in luogo della sostituzione non crei eccessivi inconvenienti al consumatore e venga eseguita in un congruo termine (1 mese, secondo la Corte di Giustizia Europea). Dunque, in fin dei conti, nel mio articolo avevo soltanto cercato di semplificare la questione, ma il risultato non cambia: la normativa è molto sbilanciata a favore del consumatore, il quale in linea generale può scegliere fra riparazione e sostituzione tenuto conto degli interessi contrapposti (e dunque non solo dell'eccessiva onerosità per il venditore) delle due parti.
Infine, riguardo all'ultima questione, preciso che le parole "incompatibile con la natura del bene" limitano l'ambito di applicazione della norma soltanto in pochissimi casi (si è creduto, per qualche tempo, di trovare un esempio nei beni c.d. consumabili, come le lampadine, ma la giurisprudenza tende oggi a riconoscere anche in questi casi il diritto alla garanzia). Invece, la frase "[incompatibile] con la natura del difetto di conformità" è riferita a quei casi, anch'essi rarissimi, in cui è oggettivamente impossibile credere che il difetto fosse già presente al momento dell'acquisto.
Ed è bene ricordare che per "difetto di conformità" non si intende necessariamente un malfunzionamento. Un cellulare, ad esempio, potrebbe avere un difetto di conformità occulto, cioè che gli permette di funzionare per qualche tempo ma poi si palesa. Pensiamo ad un componente di pessima qualità, che all'inizio regge ma poi si rompe. Ecco perchè in questi casi la legge assegna al consumatore la presunzione che esistesse già.
Spero di essere stato chiaro, nonostante la fretta. A presto
Salve, l'articolo è interessante. Sono stato proprio oggi soggetto di una diatriba del genere. Ho uno scooter la cui garanzia è partita il 03/2006 e scaduta il 03/2008, nel frattempo ho cambiato in garanzia ben tre centraline(piu altri pezzi vari), l'ultima meno di un anno fa.
La settimana scorsa ho portato dal meccanico autorizzato lo scooter per un calo della batteria e stamani, il meccanico, mi ha detto che ha sostituito un'altra centralina e che la devo pagare.
Ovviamente mi sono risentito della sua scelta, ma lui candidamente mi ha risposto che la garanzia copre solo i 2 anni iniziali e che il pezzo sostituito va pagato.
Io ho letto varie cose oggi tra cui il DLGS 6 SETTEMBRE 2005, N. 206 - "CODICE DEL CONSUMO"
ed in particolare gli art 132 e 134, che vengono citati anche nell'articolo in testa.
Per chiudere mi domando è un'interpretazione quella che la garanzia riparte dal momento della sostituzione, visto che esplicitamente nel DLGS 6 SETTEMBRE 2005, N. 206 non c'è scritto nulla, oppure è specificatoin qualche articolo?
Nei casi in cui il consumatore voglia rivalersi nei confronti del commerciante a chi deve rivolgersi?
Caro Daniele, come dicevo nel commento precedente, il fatto che la garanzia di un pezzo sostituito "riparta" per altri 2 anni non è stabilito da un articolo in particolare, ma si ricava per via interpretativa dell'art.132 del d.ls. 206. Ciò è confermato dalla giurisprudenza, ed è ormai un dato giuridico ritenuto pacifico. Anche perchè, altrimenti, accadrebbe una situazione paradossale nel caso in cui il consumatore chiedesse la riparazione poco prima della scadenza: il venditore potrebbe infatti riparare malissimo il prodotto al solo fine di far passare quei pochi giorni che facciano scadere la garanzia. E' per questo che, secondo buon senso, la giurisprudenza interpreta nel modo suddetto l'art. 132.
So che molti venditori questo non lo accettano, io stesso ho dovuto ricorrere alle vie legali in due occasioni simili, ma ho vinto in entrambi i casi. Dunque, ecco il mio consiglio: gli faccia capire pacatamente che conosce i suoi diritti, ma se continua a fare orecchie da mercante si rivolga ad un avvocato, perchè penso che una centralina non sia economica. L'avvocato potrà chiedere un contributo per il suo intervento, ma tale contributo potrà essere messo a carico del venditore tramite la lettera di messa in mora.
Se ha altri dubbi mi contatti pure.
francesco stai male!! Non esiste sulla faccia della terra!!! Ti stai sbagliando e di grosso!
Esempio: Allora io pago 1000 euro un lcd. Dopo 6 mesi parte l'inverter. Pezzo che costa minimo 200 300 euro, ma minimo. Mi viene sostituito in garanzia gratuitamente. Dopo 27 mesi dalla data di acquisto dell'lcd mi si guasta nuovamente l'inverter. Non trovi nessuno che te lo consideri in garanzia, ma proprio nessuno. E mi pare anche più che giusto. Condanneresti alla morte certa la componente tra assistenza, dettagliante o azienda produttrice nel giro di pochi mesi.
Il pezzo di ricambio non può essere MAI venduto in garanzia, quindi la riparazione non può essere considerata una vendita.
Prova ad andare a comprare un ricambio dicendo e dimostrando che il bene è in garanzia. Come minimo te lo fanno pagare, al massimo non te lo vendono dicendoti che se solo ti azzardi ad aprire il bene, la garanzia decade.
Se lo paghi, allora sono d'accordo che hai diritto ai 2 anni. L'hai acquistato.
Se sottoponi il bene a una riparazione in garanzia, non stai acquistando più nulla. Per quello che ne sai tu, il bene è come se andasse in fabbrica e venisse riparato RICOSTRUENDOLO non sostituendo nulla.
Sei fuori dal mondo. Inoltre faresti il male stesso dei consumatori a sperare il contrario.
La politica del prezzo sempre più basso che portano avanti le associazioni consumatori, sta portando alla morte delle aziende serie, alla fine dei prodotti di qualità perchè escono di mercato, alla nascita di marchi inesistenti, presso cui il commerciante NON può rivalersi (come dici con ignoranza e ingenuità), alla morte dei servizi correlati al bene (i servizi veri, quelli a domicilio tanto rimpianti dagli anziani e dalle persone vogliono essere servite), etc.. i definitiva a un discapito per i consumatori stessi. Tanti fortunatamente se ne stanno rendendo conto
Completo frase precedente ...." Condanneresti alla morte certa nel giro di pochi mesi la componente tra assistenza, dettagliante o azienda produttrice che si deve accollare tutti questi costi. Contando poi che per quello che asserisci ERRONEAMENTE tu la cosa potrebbe ripetersi all'infinito. Paradossalmente pagando 1000 euro potrei avrere un LCD in garanzia per 50 anni avendo fatto spendere (a chi?) almeno 10000 euro per un inverte all'anno. NON FUNZIONA COSI'. NON STATE A SENTIRLO PERCHE' LA LEGGE NON DICE QUESTO E TRA L'ALTRO NON VUOLE QUESTO..
Chi legge con attenzione il testo vede che (seppur capestro per il dettagliante in tanti aspetti, non ultimo il non regolamentare l'aspetto di rivalza verso il produttore che Francesco da per scontato) è scritta per far si di non lasciare abbandonato il consumatore, ma questo il commerciante serio che tiene alla sua clientela non l'ha mai fatto, ma è un percorso guidato per trovare una soluzione il più soft possibile tra le parti. Da qui le parti del testo su cui sorvolava Francesco e su cui non ha dato giustificazioni o commenti nelle sue risposte successive
Riporto art.132 da cui il buon Francesco evincerebbe che anche la riparazione dovrebbe avere garanzia di 2 anni ( la prima parte perchè penso a questa si possa riferire, visto che le parti 2-3-4 mi pare proprio che non tocchino l'argomento )
1. Il venditore e' responsabile, a norma dell'articolo 130, quando il difetto di conformità si manifesta entro il termine di due anni dalla consegna del bene.
OK. Primo chi è il venditore di una riparazione in garanzia?
Ci tengo a precisare che ho preso gli estratti del testo legislativo dal sito del parlamento e dal dl206/05, cioè quello riformato.
Troppo facile nascondersi dietro gli errori dovuti alla scrittura veloce e senza rilettura per motivi di tempo di un post lungo come il mio. Il motivo la mancanza di tempo, non facendolo per lavoro come evidentemente avviene per Francesco.
Non mi pare esista nel testo che sto leggendo dal sito del parlamento l'art.1492. Quindi non penso da aver preso quello.
E' vero, non sono un avvocato, ma so leggere un testo di legge. L'interpretazione è semplice a chi non ha gli occhi di un avvocato o un magistrato. Poi se loro generano precedenti con le loro interpretazioni estensive, che sono ILLOGICHE, anti-economiche e in ultima analisi anti-consumatori, non ci trovo novità. D'altronde sono le stesse categorie che lasciano e fanno uscire di galera gli stupratori e gli assassini. LA ROVINA DELL'ITALIA. La legge non dice questo e qualora in futuro lo dicesse a seguito di modifiche sarebbe l'ennesima legge sbagliata. Sono consumatore anche io e capisco che se acquisto oggi un bene è lecito aspettarsi una garanzia che venga rispettata, ma mai mi sognerei di esigere (FALSO DIRITTO) che ci smeni qualcuno che nulla centra con la produzione del bene per ottenere riparazioni oltre il normale periodo di garanzia di 24 mesi.
Ma io ti do ragione, dal punto di vista politico. L'ultima parte del mio articolo infatti era una riflessione molto critica sulle norme in esame. Ciò non toglie che esse regolamentino la materia in un dato modo, e che a non non rimanga che prenderne atto. Per una conferma di quanto ho detto, se non vi fidate, leggete questa risposta dell'avvocato dei consumatori Anna Bartolini ad un utente. Saluti
Confermi ciò che ho detto io. Nel caso della Bartolini, si è trattato di una riparazione FUORI GARANZIA che il cliente ha pagato, quindi è come se avesse acquistato il pezzo, che giustamente ha 2 anni di garanzia. Differente a mio avviso è il caso della riparazione in garanzia per cui l'utente nulla paga e che va a integrare il suo diritto ad avere il bene acquistato funzionante per un periodo di 2 anni (garanzia di conformita appunto di 2 anni, non di 2 + 2 + 2 + ....)
SCUSATE IN ANTICIPO LO SFOGO. SO GIA' CHE CADRA NEL VUOTO PERCHE' SIAMO TROPPO UNA MINORANZA PER ESSERE COMPRESI
Comunque, la legge va contro i più deboli della catena di distribuzione che sono i piccoli negozi che sono quanto di più vicino agli interessi dei propri clienti e quanto di più lontano agli interessi dei produttori. Hanno poco margine commerciale nei confronti dei fornitori, molto interesse a fidealizzare il cliente e giocherebbero sicuramente a loro vantaggio, se avessero una legge che li tutelasse maggiormente nei confronti dei produttori.
Ricordiamo che l'attività delle associazioni consumatori sta fortemente penalizzando il piccolo commercio che sta sparendo. Le conseguenze sono: 1)impoverimento ambientale, culturale, di presidio del territorio dapprima nelle zone rurali di Italia, poi nelle periferie ed ora anche nel centro delle città italiane. 2)sentimento generale di confusione all'acquisto nelle fasce socialmente più deboli come anziani e persone con minor livello di istruzione che sentono la mancanza di un rapporto fiduciario di indirizzo all'acquisto 3)mancanza sempre più accentuata di una scelta di qualità per i consumatori che pretendono un servizio completo, personale esperto, servizi di qualità a domicilio, possibilità di dedicare tempo al cliente a fronte di acquisti
La politica poi dell'acquisto al minimo prezzo sponsorizzata dalle associazioni dei consumatori (vedi aperture alle vendite sotto costo, etc. vi pare che si possa vendere sotto costo? Non è giusto, perchè non può funzionare economicamente. Sono solo turbative del mercato) stanno portando alla banalizzazione dei prodotti che si esplica spesso in un prodotto sempre più povero (in qualità) anche se apparentemente più ricco (quantitativamente) oltre che alla continua ricerca da parte dei produttori della riduzione dei costi che nella maggior parte dei casi colpisce il settore proprio dell'assistenza. I riconoscimenti ai tecnici che effettuano l'assistenza è sempre più infimo. Anche le assistenze tecniche stanno diminuendo mostruosamente.
Inoltre anche i produttori sono in diminuzione es. mercato TV chiuso il grupppo Thomson ora in europa esiste un solo grande produttore che è Philips. Spesso poi chi getta la spugna sono il meglio della produzione vedi Pioneer che dismette la sua produzione LCD PLASMA. E' chiaro tutti ora comprano coreano e domani cinese perchè hanno i prezzi più bassi. Per forza la qualità e l'assistenza latitano. E chi perde sono giapponesi e europei che ancora (per quanto?) pensano alla ricerca e all'affidabilità del prodotto.
L'appello sincero e sentito. Valorizzare chi ci mette l'anima, chi ci crede e guarda in faccia i suoi clienti. A livello di negozio o di produttore. Se si continua così si avrà sempre un impoverimento della proposta e della qualità e, forse troppo tardi, ci accorgeremo di avere a casa (a parte una esigua minoranza) apparecchi elettronici che nessuno sa far funzionare perchè non spiegati da nessuno, che non interagiscono perchè collegati tra loro non a dovere, la lavatrice che lava male perchè nessuno ha spiegato quanto detersivo è bene mettere e qual'è il programma giusto per le tende, etc Si avranno Tv acquistati online per pochi euro, che durano un mese e poi non si saprà dove portarli a riparare perchè nessuno più sapra ripararli, etc..
Questo sarà... perchè le cose funzionano solo se tutta la catena deve poter avere un guadagno per vivere.
Non si può volere tutti i diritti e i prezzi a zero. Tutto crolla dalla base alla cima, dal produttore al dettagliante...
E se qualcuno egoisticamente pensa, ma io so tutto, mi informo su internet... nei forum, dovrebbe pensare se tutti la pensano come lui....sua mamma, suo papà, suo nonno, sua nonna, il suo vicino di casa, suo moglie, suo figlio, sua figlia, l'amico che non sa usare il pc, etc.. Se ben ci pensa, troverà sicuramente persone che vorrebbero un altro tipo di approccio all'acquisto. E' questione di civiltà e rispetto per tutti.
Io personalmente penso che gli aumenti che oggi abbiamo sui generi alimentari possano essere una avvisaglia di ciò che potrà accadere nei prossimi anni se non si cambia. Nel commercio alimentare pensare che i pochi piccoli negozi rimasti facciano e comandino il mercato è una fandonia. Sono praticamente in via di estinzione e subiscono un mercato comandato da pochi grandi distributori che fanno il buono e il cattivo tempo e che visto l'andazzo sono destinati tramite fusioni e fallimenti a diminuire ulteriormente. Dopo di che ci avranno in pugno. Sale il prezzo del cibo e si grida la ladro verso i commercianti? Ma con chi ce la si prende? Con i picooli esercenti? Ma se non esistono più e contano meno di zero quei pochi rimasti. La grande distribuzione non merita di essere annoverata tra i commercianti. Sono affaristi. E ci tengono in pugno. E tengono in pugno anche le associazioni di consumatori. Noi non teniamo in pugno nemmeno la nostra categoria (CONFCOMMERCIO che NON ci tutela)
SARO' FUORI DAL MONDO, MA CREDO ANCORA IN CIO' CHE FACCIO TUTTI I GIORNI. E CREDO NEL RAPPORTO CHE INSTAURO CON I MIEI CLIENTI
Mamma mia, lei comincia ad infastidirmi. Per essere ancora più chiari (ma è l'ultima precisazione che faccio) cito questo altro esempio della Bartolini, ancora più lampante. Spero non avrà da ridire anche su questo, perchè non si può negare l'evidenza. D'altra parte, ha detto lei stesso che non è un giurista, perciò accetti i consigli di chi queste cose le mastica tutti i giorni.
Ho acquistato on line un cellulare della Samsung , il modello sgh-d980 non importato in italia ufficialmente.E' francese e viene venduto presso questo sito italiano con garanzia europa. Cosa vuol dire ?La samsung italia mi ha detto che non avendolo importato ufficialmente in italia non da assistenza e nemmeno la da il centro di milano wsc che di solito ripara i cellulari import.Cosa fare allora in caso di necessità?La garanzia europa non dovrebbe essere applicata in modo uniforme in tutti gli stati europei? La nokia ad esempio ai fini dell'assistenza non fa assolutamente distinzione fra un cellulare acquistato in italia ed uno acquistato in europa.La samsung può agire in questo modo ?
Tu non devi andare da "samsung italia" a farti riconoscere la garanzia e a far riparare il cellulare. La garanzia è dovuta dal VENDITORE, non dal produttore. In questo caso, mi par di capireche che si tratti di un venditore online italiano. Contatta lui, e pretendi la garanzia. Fatti suoi se il cellulare l'ha importato dall'estero o in quelche altro modo "non ufficiale", per te il venditore è lui, e il diritto alla garanzia te lo deve lui. Il resto sono problemi suoi.
grazie Francesco , comunque spero di non doverne usufruire perchè ho letto online che in ogni caso è molto difficile e complicato , qualcuno ha dovuto adire le vie legali
L'articolo è molto interessante, e devo dire che come al solito si notano degli sprovveduti (o dei negozianti in malafede??) che rivoltano la frittata a proprio piacimento.
Devo dire che l'argomento inquestione nel nostro paese assume del ridicolo quando ci si trova a discutere con tecnici, negozianti, inservianti e quant'altro che non desiderano in alcun modo far valere il diritto ad avere la riparazione gratuita dei beni con difetti di conformità. E' scandaloso che sia così, non solo perché la gente è disonesta (dal commesso del grande centro commerciale al piccolo negozietto, manco a dirlo..) ma anche perchè il consumatore non sa a chi rivolgersi per presente le proprie lamentele e non si può sostenere ogni sacrosanta volta il costo di un avvocato per ogni bene che si acquista. Le aziende produttrici poi hanno escogitato i più disarmanti escamotage per fregare il consumatore (avete mai letto i libretti informativi sulla garanzia di una lavatrice?? Io ne ho uno della Whirlpool, e vi sono delle assurdità immonde!) senza che nessun organo dello stato o autority faccia qualcosa.
Possibile che questo paese sia ridotto così allo sbando e popolato da cittadini così menefreghisti e disonesti??
Ciao io lavoro in un negozio di elettronica il nostro problema è che dati i tagli costanti di personale nel mio reparto siamo in 4 o meglio i miei reparti dato che in 4 facciamo informatica, telefonia e cinefoto. In + dobbiamo occuparci delle assitenze il problema riguardo quest'ultima parte è che molti prodotti rimangono lì per un periodo perchè non abbiamo il tempo di fermarci e fare assistenza infatti chiariamo sempre che ci possono volere anche due mesi per il rientro del prodotto. Che lasso di tempo si intende per tempo ragionevole??
Altra cosa noi abbiamo dei prodotti in assistenza da una ditta di macchine fotografiche Casio che però sono li veramente da mesi e mesi.Per quello che riguarda invece i display dipende da marca a marca tipo Samsung li ripara a meno che non ci siano danni visibili di urti sul prodotto mentre Nokia con tutti i test che fa nella fase di produzione li imputa a danni fatti dal cliente (vedi in fondo al libretto istruzioni nokia)
Quando facciamo una assistenza proponiamo al cliente di portare lui in prodotto in assistenza se il centro è nella nostra città non perchè non vogliamo rispettare la legge ma perchè non essendoci una persona specifica per le assistenze preferiamo avvisare prima dei tempi lunghi invece se lo porta un cliente è molto + probabile che ritorni il prodotto in qualche sett o un mese.Il problema della legge italiana è che non c'è chiarezza e tempi esatti. Noi cm asssitenza abbiamo il cambio immediato del prodotto entro 7 giorni per i prodotti di telefonina non bisogna superare i 15 min. questo xchè con marche tipo motorola il timer chiamate non si può azzerare e cambiando il prodotto con un altro e poi mandandolo in assistenza il prodotto quando sarà rivenduto sembrerà usato. e dopo i soliti due anni in problema è che case come panasonic forniscono solo un anno d'assistenza.
Cosa si intende per tempi ragionevoli?
Cara luckygirl, la corte di giustizia europea ha stabilito che per "tempi ragionevoli" si intendono quelli che non arrecano troppo danno al consumatore avendo riguardo alla natura del bene. In qualche caso è stato stabilito il preciso limite di un mese, come nel caso di notebook o telefoni cellulari. In altri casi sta all'interprete il compito di stabilire un termine. Di certo, "mesi e mesi" non è un termine accettabile per nessun tipo di bene di consumo.
la garanzia di due anni è scissa come segue :
24 mesi se il prodotto ha un uso privato( scontrino)
12 mesi se il prodotto ha un uso professinale (fattura)
In realtà ha ragione chi interpreta che sui pezzi di ricambio la garanzia riparta nuovamente: lo dice lo stesso dl 24, equiparando il contratto di vendita a quello di permuta. Consegnando il bene da riparare al riparatore, si può dire che si concluda una permuta del pezzo rotto con uno nuovo. Infatti, il pezzo rotto viene trattenuto dal riparatore.
Cosa ne dite invece dell'assistenza degli iphone , in quanto dicono che ha solo 1 anno di garamzzia?
smentisco le asserzioni di francesco sui ricambi in garanzia; un ricambio effettuato in garanzia e quindi senza esborso per il compratore non comporta un ulteriore garanzia di 24 mesi.
cito le stesse fonti che utilizza franceso
http://forum.corriere.it/il_salvaprezzi/25-02-2011/garanzia-su-pezzo-sostituito-in-garanzia-1730285.html
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riparazione notebook
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