“Perché un po’ ci si vergogna di essere di destra?” mi chiede la mia amica e collega, non a caso veneta, con cui sono a pranzo nel calmo martedì del dopo-elezioni, illuminato da un sole freddoloso. “E dove sono tutti quelli che hanno votato Lega Nord?” La spiegazione è nel sentimento di superiorità morale generato dal semplice appartenere alla sinistra, sentimento che si impone da sè, senza colpo ferire nella conversazione quotidiana. Cosicché anche individui di forte personalità sono sempre guardinghi quando si tratta di incrociare le lame con qualcuno di sinistra.
Ricordo che pochi anni fa questa domanda se la posero anche i giornalisti del Foglio. Confusi, la passarono a un paio di psicoanalisti infelicemente scelti nell’ambiente radical-chic romano e/o milanese. Non cavarono un ragno dal buco. Come chiedere al lupo se sarebbe disposto a rinunciare alla carne d’agnello. Nessuno rispose in maniera soddisfacente alla domanda dei giornalisti foglianti.
In psicologia e in sociologia, la condanna dell’uomo di destra e della mentalità conservatrice pretende perfino di essere scientifica. Un esempio è la pubblicazione del The Authoritarian Personality di Adorno, Frenkel-Brunswik, Levinson e Sanford (1950). Quel testo aggrediva la mala pianta dell’autoritarismo. Ma in questo autoritarismo si comprendeva nello stesso anatema anche il conservatorismo e tutto il generico essere di destra. La personalità conservatrice veniva così ridotta a una macchietta, un ometto reazionario prepotente, impaurito da ogni novità e incapace di fronteggiare l’imprevisto. Gli autori proposero anche un orribile questionario, la F-scale , una vera e propria scala di misurazione del conservatorismo bigotto, che ognuno avrebbe dovuto compilare al fine di liberarsi di queste sgradevoli scorie passatiste e diventare un bravo progressista.
Secondo il sociologo John Levi Martin (2001) quel lavoro, che pur aveva dei punti di interesse (si trattava comunque di un’opera di Adorno), era però non solo metodologicamente molto debole, ma recava anche un grave errore di contenuto teorico. Il questionario non era neutrale come dovrebbe essere ogni buon questionario psicometrico, ma era fortemente orientato a trovare un tipo di personalità da bollare e condannare, piuttosto che da osservare e studiare. Ora, è vero che spesso l’oggettività scientifica è un mito; ma è altrettanto vero che nel caso della F-scale il pregiudizio negativo era troppo evidente e nulla facevano gli autori per nasconderlo. E questo finiva per inquinare il risultato della ricerca psicologica e della riflessione teorica. Sfido anche il peggior reazionario a compilare la F-scale senza provare un sentimento di vergogna e di inadeguatezza. Senza infastidirsi di se stesso mentre piazza le x alle varie domande. Chiunque, rispondendo a quella scala, dopo un paio di domande tenderà a nascondere i propri pensieri di destra e a mostrare il lato più progressista. Insomma, lo strumento falsa le reazioni spontanee e e tende a generare risposte insincere (Martin, 2001). Che l’errore non sia solo di metodo è dimostrato dall’aggiornamento effettuato da Robert Altemeyer nel 1981. Altemeyer evita le ingenuità di Adorno e ripulisce il questionario, proponendo una nuova versione, denominata la Right-wing Authoritarianism Scale (scala dell'autoritarismo di destra, e già il nome dice dove si vuole andare a parare), psicometricamente più rigorosa della F-scale. Ma in fondo altrettanto inaffidabile, dice Martin. Il problema rimane, la nuova scala di Altemeyer non è neutra, ma tende a bollare negativamente le eventuali risposte di destra, e indurre il compilatore del questionario a nascondere i propri pensieri conservatori.
Così, nel 1950, grazie ad Adorno, nasceva il pregiudizio della superiorità morale della sinistra. Quel testo di Adorno e il famigerato questionario che lo accompagnava furono pubblicato durante anni apparentemente calmi, gli anni cinquanta, ma in cui già si incubava l’esplosione libertaria del decennio seguente. Si preparava la grande mutazione della sinistra, quella che portò dagli operai ai figli dei fiori, ma anche ai Reagan Democrats, gli elettori democratici che passarono al Partito Repubblicano, insomma alla destra, disgustati dalla deriva anti-autoritaria del Partito Democratico. E il fenomeno ora fa capolino anche in Italia, dove:alle elezioni abbiamo assistito alla migrazione della classe operaia verso la Lega Nord. Per ora fermiamoci qui. Il discorso sulla psicologia di destra e di sinistra però non finisce qui, e proseguirà.
Adorno, T., Frenkel-Brunswik, E., Levinson, D. e Sanford, N. (1950). The Authoritarian Personality, Studies in Prejudice Series, Volume 1. New York: Harper & Row.
Altemeyer, Bob (1981). Right-Wing Authoritarianism. University of Manitoba Press.
Martin, J. L. (2001). The Authoritarian Personality, 50 Years Later: What Questions Are There for Political Psychology? Political Psychology, 22, 1–26
Ricordo che pochi anni fa questa domanda se la posero anche i giornalisti del Foglio. Confusi, la passarono a un paio di psicoanalisti infelicemente scelti nell’ambiente radical-chic romano e/o milanese. Non cavarono un ragno dal buco. Come chiedere al lupo se sarebbe disposto a rinunciare alla carne d’agnello. Nessuno rispose in maniera soddisfacente alla domanda dei giornalisti foglianti.
In psicologia e in sociologia, la condanna dell’uomo di destra e della mentalità conservatrice pretende perfino di essere scientifica. Un esempio è la pubblicazione del The Authoritarian Personality di Adorno, Frenkel-Brunswik, Levinson e Sanford (1950). Quel testo aggrediva la mala pianta dell’autoritarismo. Ma in questo autoritarismo si comprendeva nello stesso anatema anche il conservatorismo e tutto il generico essere di destra. La personalità conservatrice veniva così ridotta a una macchietta, un ometto reazionario prepotente, impaurito da ogni novità e incapace di fronteggiare l’imprevisto. Gli autori proposero anche un orribile questionario, la F-scale , una vera e propria scala di misurazione del conservatorismo bigotto, che ognuno avrebbe dovuto compilare al fine di liberarsi di queste sgradevoli scorie passatiste e diventare un bravo progressista.
Secondo il sociologo John Levi Martin (2001) quel lavoro, che pur aveva dei punti di interesse (si trattava comunque di un’opera di Adorno), era però non solo metodologicamente molto debole, ma recava anche un grave errore di contenuto teorico. Il questionario non era neutrale come dovrebbe essere ogni buon questionario psicometrico, ma era fortemente orientato a trovare un tipo di personalità da bollare e condannare, piuttosto che da osservare e studiare. Ora, è vero che spesso l’oggettività scientifica è un mito; ma è altrettanto vero che nel caso della F-scale il pregiudizio negativo era troppo evidente e nulla facevano gli autori per nasconderlo. E questo finiva per inquinare il risultato della ricerca psicologica e della riflessione teorica. Sfido anche il peggior reazionario a compilare la F-scale senza provare un sentimento di vergogna e di inadeguatezza. Senza infastidirsi di se stesso mentre piazza le x alle varie domande. Chiunque, rispondendo a quella scala, dopo un paio di domande tenderà a nascondere i propri pensieri di destra e a mostrare il lato più progressista. Insomma, lo strumento falsa le reazioni spontanee e e tende a generare risposte insincere (Martin, 2001). Che l’errore non sia solo di metodo è dimostrato dall’aggiornamento effettuato da Robert Altemeyer nel 1981. Altemeyer evita le ingenuità di Adorno e ripulisce il questionario, proponendo una nuova versione, denominata la Right-wing Authoritarianism Scale (scala dell'autoritarismo di destra, e già il nome dice dove si vuole andare a parare), psicometricamente più rigorosa della F-scale. Ma in fondo altrettanto inaffidabile, dice Martin. Il problema rimane, la nuova scala di Altemeyer non è neutra, ma tende a bollare negativamente le eventuali risposte di destra, e indurre il compilatore del questionario a nascondere i propri pensieri conservatori.
Così, nel 1950, grazie ad Adorno, nasceva il pregiudizio della superiorità morale della sinistra. Quel testo di Adorno e il famigerato questionario che lo accompagnava furono pubblicato durante anni apparentemente calmi, gli anni cinquanta, ma in cui già si incubava l’esplosione libertaria del decennio seguente. Si preparava la grande mutazione della sinistra, quella che portò dagli operai ai figli dei fiori, ma anche ai Reagan Democrats, gli elettori democratici che passarono al Partito Repubblicano, insomma alla destra, disgustati dalla deriva anti-autoritaria del Partito Democratico. E il fenomeno ora fa capolino anche in Italia, dove:alle elezioni abbiamo assistito alla migrazione della classe operaia verso la Lega Nord. Per ora fermiamoci qui. Il discorso sulla psicologia di destra e di sinistra però non finisce qui, e proseguirà.
Adorno, T., Frenkel-Brunswik, E., Levinson, D. e Sanford, N. (1950). The Authoritarian Personality, Studies in Prejudice Series, Volume 1. New York: Harper & Row.
Altemeyer, Bob (1981). Right-Wing Authoritarianism. University of Manitoba Press.
Martin, J. L. (2001). The Authoritarian Personality, 50 Years Later: What Questions Are There for Political Psychology? Political Psychology, 22, 1–26
22 commenti:
Hai tagliato il post sul più bello, come nei serial televisivi... :-) Aspetto con ansia la continuazione, e intanto ti dico la mia:
Secondo me, a prescindere dai motivi dell'esistenza della superiorità morale della sinistra, che analizzerai senz'altro meglio di me, vorrei dire che uno dei più grandi meriti della Lega e di Berlusconi è stato quello di "bastonare" la protervia insopportabile che la sinistra aveva fino a pochi anni fa per ridare orgoglio agli elettori (che sono la maggioranza) di centrodestra.
Ultimamente infatti, dopo tutte le batoste che ha preso, mi sempra che la sinistra abbia abbassato la cresta. Dopo anni passati a dire che Berlusconi è un politico da poco, che guida un partito di plastica per ingannare la gente (vedi Fuksas anche qualche giorno fa da Santoro) ora che da Berlusconi le hanno prese di brutto più e più volte cominciano a pensare che forse si sono sbagliati...
Il berlusconismo, come fenomeno culturale, è stato importantissimo per arginare l'egemonia totalitaria della sinistra nei media, nelle scuole, nella società civile. Oggi "i sinistri" possono anche continuare a sentirsi "superiori", ma in silenzio: altrimenti gli può capitare che qualche vecchietta incazzata faccia loro le orecchie rosse.
Se vuoi ti mando la F-scale e vediamo chi riesce con quella cavolo di scala a essere conservatore fino in fondo. In realtà "F" richiama "fascismo", un modo subliminale per farci vergognare del conservatore che è in tutti noi non appena cominciamo a compilare quel questionario.
E no, cavolo, su un argomento del genere il post tagliato no!
La presunta superiorità della sinistra (nelle sue diverse "colorazioni"), è una delle cose più fastidiose che ci sia. Fuksas ne è sicuramente un "bell'esempio", come del resto il nostro utente Matteo, o come quell'assessore delle mie parti, che non si capacitava del come un giovane e brillante universitario potesse appartenere a Forza Italia...e intanto la gente, quella VERA, li manda a casa!!!!
E Travaglio no? Mio Dio, quanto è supponente con quel sorrisetto! Gioca a fare il giornalista libero, e poi si tradisce miseramente con una battuta che dimostra che lavora per la sinistra: "Quando c'era la sinistra non bisognava parlarne male per non danneggiarla, oggi c'è Berlusconi e non ne possiamo parlare male perchè la sinistra ne rimane ugualmente danneggiata" (da Santoro, l'ultima volta)
Condivido il taglio del tuo articolo tuttavia mi permetto di fare una precisazione. Adorno & company hanno elaborato quella scala per dimostrare il rapporto che c'era tra autoritarismo di destra e antisemitismo. Quella ricerca, uscita subito dopo la fine della guerra è stata immediatamente bollata come priva di fondamento. Hyman e Sheatsley sono due tra gli studiosi che espressero una opinione negativa a riguardo,sostenendo che tale scala misurava piuttosto la tendenza di individui con opinioni non strutturate, a concordare con affermazioni cui venivano esposti, in quanto le affermazioni della scala erano tutte in un unica direzione: chi era d'accordo con ciascuna di esse era più autoritario di chi era contrario; ricordo inoltre la critica di Shills che sosteneva che la ricerca si era concentrata esclusivamente sull'autoritarismo di destra ignorando totalmente quello comunista. Entrambe le critiche tuttavia possono essere considerate come brillanti intuizioni che rimasero tali in quanto privi di alcun dato empirico nei dati disponibili. La ricerca fa riferimento ad un luogo(gli USA) ed ad un tempo ben precisi(la ricerca è uscita durante la guerra fredda) e da uomo di destra moderato, sinceramente e personalmente, l'esito di tale ricerca non mi sembra poi così sconvolgente. Oggi riproporre e contestualizzare quella ricerca con il nuovo panorama politico sarebbe un errore. A mio parere i concetti di "destra" e "sinistra" non esistono più(una delle prove è il fatto che molti operai comunisti hanno votato lega nord). Si dovrebbe piuttosto procedere ad una ricollocazione geopolitica più attenta alle mutate condizioni sociali.
(i dati gli ho presi da “introduzione alla ricerca politica e sociale”di P.Isernia)
Le cose che dice Yuri sono giuste e possono considerarsi un aggiunta al mio post. Conta però non solo la debolezza scientifica della F-scale, ma anche la sua forza culturale, che invece è enorme. E' un fenomeno simile al primo modello teorico di Freud, che oggi non segue più nessuno in ambito scientifico (psicoanalisti aggiornati compresi) ma che è ancora prevalente tra le persone "di cultura" (paginoni centrali dei grandi quotidiani compresi). E' un fatto che Martin, ben 50 anni dopo il libro di Adorno, ancora ripubblica una confutazione di quello studio. Comunque questo mio scrittarello/post va considerato il primo di una piccola serie. Un lavoro in progresso che comprende anche i vari commenti che via via si aggiungono.
Di esempi di teorie molte e sepolto che ricicciano sui giornali ce ne sono decine. In Italia del resto la cultura arriva con decenni di ritardo, in genere.
Bel post. Frega niente a me di chi ha vinto le elezioni, ma Santoro che rosica è una cosa che non ha prezzo. :-D
LF
Ammazza ke intervento ha fatto Yuri!! COMPLIMENTI!!!
Su Travaglio: è semplicemente patetico! Il lauto stipendio ke gli passava il Cav non gli ha fatto schifo fino alla "discesa in campo". Eppure Berlusconi era "chiacchierato" ben prima della Seconda Repubblica, visto che è stato a suo modo anche lui un'icona della "Milano da bere" di marca craxiana...
A quel tempo xò, libri giacobini ed editoriali al cianuro non ne ha mai scritti...
Ke sotto sotto anche lui, come tanti, si sia venduto la propria coerenza x avere la "patente di democrazia" dall'intellighenzia rossa?!? Travaglio, pòliticamente, sarebbe un liberal-conservatore...nn x niente era uno degli allievi prediletti di Montanelli (anche se nn vale certo un Severgnini, e infatti questi è andato al 'Corriere', Travaglio a 'L'Unità'...).
utente ?!?!?
Utente = "Chi fa uso di sistemi telematici per ottenere ed elaborare dati e per scambiare informazioni" (Dizionario De Mauro)
pessima italianizzazione del termine inglese user
Perchè sulla scena politica italiana vediamo sempre le stesse facce? Bossi, Berlusconi e Fini non rappresentano certo una novità, come non rappresentano il "nuovo" nemmeno Veltroni, Fassino, D'Alema ecc.Per quanto riguarda la "presunta superiorita" della sinistra non sono d'accordo. E' certo, però, che la sinistra da Berlinguer ad oggi si è trasformata (e di molto) e a mio parere non sempre in meglio, ma inseguendo il modello predominante dell'imperialismo occidentale.Ho scritto un articolo su questo tema, pubblicato sul mio blog e l'ho mandato pure al Movimento Arancione affinchè venisse pubblicato. Penso che non sia stato di vostro gradimento, anche se onestamente penso di avere fatto un'analisi obiettiva del fenomeno del crollo della Sinistra di Bertinotti e compagni.
Penso che oggi non bisogna più soffermarsi sull'etichetta "destra" e "sinistra" (sia la sinistra che la destra hanno commesso errori)ma andare alla ricerca delle persone politicamente più corrette e capaci, senza pregiudizi e in tutta libertà.Vivo a Caltanissetta e vedo in giro ipocrisia e tornaconto, ma penso che questo si verifica un pò in tutta l'Italia.All'estero si può cambiare con più facilità. Negli Stati Uniti stiamo assistendo ad u8na cosa molto bella: una donna e un uomo di colore che si contendono la più alta carica d'America. Quando mai in Italia si arriverà a tutto questo?
"italianizzazione del termine inglese user"??? Matteo, dai per cortesia... "utente" viene dal latino "utentem", participio presente di "uti" che significa "utilizzare". Altro che italianizzazione! E poi perchè devi rompere le scatole su una stupidata del genere?
Quando non si hanno argomenti... :-)
X Sara: Ma no, perchè dici così? Noi publichiamo quello che ci arriva, non facciamo selezioni e censure. Ho ricevuto il tuo articolo solo oggi, perchè sono a Trento e non controllo l'email spesso. Sarà pubblicato domani.
"La superiorità/inferiorità sta negli occhi di chi guarda"
"Questo che a notte balugina
nella calotta del mio pensiero,
traccia madreperlacea di lumaca
o smeriglio di vetro calpestato,
non è lume di chiesa o d'officina
che alimenti
chierico rosso, o nero." (inizio della poesia Piccolo testamento di Eugenio Montale)
Questa è superiorità morale. E non è né di destra, nè di sinistra.
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