Pochi giorni dopo la presentazione del cosiddetto “pacchetto sicurezza”, ennesima pagliacciata mediatica per risollevarsi nei sondaggi, Giuliano Amato se ne esce oggi con una nuova proposta choc riguardante la spinosa questione della prostituzione. In sostanza, il ministro prodiano vorrebbe colpire i “frequentatori” con una multa recapitata a casa, nell’intento delatorio di sfasciare la famiglia del reprobo puttaniere.
Ora, non c’è ombra di dubbio che tali metodi sarebbero di sicura efficacia deterrente nel caso in questione, poiché la maggior parte delle persone che frequentano le prostitute sono, secondo le statistiche, individui sposati e con figli. Ci sorge però un primo dubbio sul fatto che uno Stato di Diritto possa utilizzate tali metodi, i quali, sebbene siano stati immensamente utili ai più feroci regimi totalitari novecenteschi, appaiono oggi un po’ fuori moda, non fosse altro che per il fatto che le costituzioni occidentali non prevedono la possibilità di utilizzare le ritorsioni familiari come sanzione penale. Inoltre, c’è da considerare il fatto che un tale castigo violerebbe palesemente il principio di uguaglianza, dato che funzionerebbe soltanto per gli individui sposati o fidanzati. Un single, infatti, non avrebbe niente da temere dalla delazione dello Stato, a meno che nel disegno di legge non venga prevista una comunicazione aggiuntiva, “per conoscenza”, alla mamma o alla sorella dello scostumato. In tal caso allora sì, anche il single cercherebbe di evitare la multa, per non scendere nella stima della mamma o della sorella, figure notoriamente sensibili a notizie di tale specie. Ma il ragionamento sta diventando grottesco, perciò andiamo avanti.
Cosa sia passato per la testa di Amato quando ha formulato questa proposta a noi non è dato sapere, ma possiamo azzardare l’ipotesi che tali cretinerie populiste siano, come accennato, il disperato tentativo di riacciuffare una quota importante di elettorato moderato sensibile ai temi della sicurezza. Credo che tali propositi, squisitamente tattico-politici, non siano da discutere su questo blog, ma possiamo cogliere l’occasione per lanciare un appello affinché l’argomento “prostituzione” venga urgentemente affrontato alla radice, poiché è bene ricordare che in questo caso la panacea esiste, e guarda caso è l’esatto opposto della repressione proposta dal Ministro: la liberalizzazione.
Se ci pensiamo, la prostituzione non è una questione di sicurezza in senso stretto, o meglio non lo sarebbe se fosse permessa e regolamentata dallo Stato. Tutti i problemi che essa oggi si porta dietro (diffusione di patologie gravi, schiavitù, finanziamento della criminalità organizzata, evasione fiscale ecc.) sono generati proprio dall’ipocrisia del legislatore che ha confinato tale fattispecie in un limbo fra illiceità e tolleranza, per accontentare una parte (minoritaria) del paese che considera la legge un mezzo per affermare valori morali.
Intendiamoci, anche chi scrive considera immorale la vendita del sesso, ma sarebbe un errore credere che possa esistere una soluzione legislativa consistente nel rendere difficile la vita agli operatori di quel “mercato”. Il mercato ci sarà sempre, perché sempre ci sarà un uomo che ha bisogno di pagare per avere una donna e una donna che se la sente di addivenire a questo scambio. Lo Stato non può estirparlo così come non può estirpare il desiderio sessuale degli individui, l’unica cosa che può fare è decidere se regolamentarlo o se lasciarlo nelle mani sporche di pochi gaglioffi.
Facciamo, per una volta, una scelta liberale: chi non concepisce la prostituzione abbia il diritto di evitare quel mondo; chi ha voglia di fare quel mestiere liberamente lo faccia pagando le tasse e sottoponendosi a controlli medici; chi ha bisogno di pagare una donna abbia la possibilità di farlo senza sopportare il rischio di una roulette russa che si chiama HIV, il pubblico ludibrio e una multa per immoralità. A chi giova la situazione attuale? Se ci fosse un referendum, i primi a votare per mantenere le cose come stanno sarebbero i protettori, gli schiavisti e i malavitosi ad essi collegati. Riflettiamo su questo.
Ora, non c’è ombra di dubbio che tali metodi sarebbero di sicura efficacia deterrente nel caso in questione, poiché la maggior parte delle persone che frequentano le prostitute sono, secondo le statistiche, individui sposati e con figli. Ci sorge però un primo dubbio sul fatto che uno Stato di Diritto possa utilizzate tali metodi, i quali, sebbene siano stati immensamente utili ai più feroci regimi totalitari novecenteschi, appaiono oggi un po’ fuori moda, non fosse altro che per il fatto che le costituzioni occidentali non prevedono la possibilità di utilizzare le ritorsioni familiari come sanzione penale. Inoltre, c’è da considerare il fatto che un tale castigo violerebbe palesemente il principio di uguaglianza, dato che funzionerebbe soltanto per gli individui sposati o fidanzati. Un single, infatti, non avrebbe niente da temere dalla delazione dello Stato, a meno che nel disegno di legge non venga prevista una comunicazione aggiuntiva, “per conoscenza”, alla mamma o alla sorella dello scostumato. In tal caso allora sì, anche il single cercherebbe di evitare la multa, per non scendere nella stima della mamma o della sorella, figure notoriamente sensibili a notizie di tale specie. Ma il ragionamento sta diventando grottesco, perciò andiamo avanti.
Cosa sia passato per la testa di Amato quando ha formulato questa proposta a noi non è dato sapere, ma possiamo azzardare l’ipotesi che tali cretinerie populiste siano, come accennato, il disperato tentativo di riacciuffare una quota importante di elettorato moderato sensibile ai temi della sicurezza. Credo che tali propositi, squisitamente tattico-politici, non siano da discutere su questo blog, ma possiamo cogliere l’occasione per lanciare un appello affinché l’argomento “prostituzione” venga urgentemente affrontato alla radice, poiché è bene ricordare che in questo caso la panacea esiste, e guarda caso è l’esatto opposto della repressione proposta dal Ministro: la liberalizzazione.
Se ci pensiamo, la prostituzione non è una questione di sicurezza in senso stretto, o meglio non lo sarebbe se fosse permessa e regolamentata dallo Stato. Tutti i problemi che essa oggi si porta dietro (diffusione di patologie gravi, schiavitù, finanziamento della criminalità organizzata, evasione fiscale ecc.) sono generati proprio dall’ipocrisia del legislatore che ha confinato tale fattispecie in un limbo fra illiceità e tolleranza, per accontentare una parte (minoritaria) del paese che considera la legge un mezzo per affermare valori morali.
Intendiamoci, anche chi scrive considera immorale la vendita del sesso, ma sarebbe un errore credere che possa esistere una soluzione legislativa consistente nel rendere difficile la vita agli operatori di quel “mercato”. Il mercato ci sarà sempre, perché sempre ci sarà un uomo che ha bisogno di pagare per avere una donna e una donna che se la sente di addivenire a questo scambio. Lo Stato non può estirparlo così come non può estirpare il desiderio sessuale degli individui, l’unica cosa che può fare è decidere se regolamentarlo o se lasciarlo nelle mani sporche di pochi gaglioffi.
Facciamo, per una volta, una scelta liberale: chi non concepisce la prostituzione abbia il diritto di evitare quel mondo; chi ha voglia di fare quel mestiere liberamente lo faccia pagando le tasse e sottoponendosi a controlli medici; chi ha bisogno di pagare una donna abbia la possibilità di farlo senza sopportare il rischio di una roulette russa che si chiama HIV, il pubblico ludibrio e una multa per immoralità. A chi giova la situazione attuale? Se ci fosse un referendum, i primi a votare per mantenere le cose come stanno sarebbero i protettori, gli schiavisti e i malavitosi ad essi collegati. Riflettiamo su questo.
Francesco Lorenzetti
13 commenti:
Articolo pressoché ineccepibile. En passant faccio notare che, stante l'attuale quadro normativo, la prostituzione non costituisce reato in sé e per sé, ma deve ravvisarsene lo sfruttamento.
Personalmente, poi, non trovo nemmeno immorale la fattispecie del sesso mercenario, ma questo è un altro discorso.
Non so quante volte avrò messo la mia firma su proposte di referendum o di leggi popolari per l'abrogazione della Merlin, tutte iniziative evaporate al primo intoppo burocratico.
La deputata Merlin, peraltro, era socialista: un particolare che, chissà come mai, non mi sorprende affatto.
Organizziamo anche noi una raccolta firme! Non è una cosa impossibile. Male che vada, ci saremo fatti vedere in giro difendendo una tematica ineccepibilmente liberale. Male non può farci. Cosa ne pensate?
Raccolta firme? Perchè no, però da abbinare magari ad una proposta di legge d'iniziativa popolare, ovviamente da condividere con altre realtà associative, visto che ce ne vogliono 50.000 valide...
Un saluto a tutti,in particolare all'amico Federico Zuliani,che conosco di persona..
Sono pienamente d'accordo con tutto quello che è stato scritto,e dò il mio appoggio a un'iniziativa come quella di una raccolta di firme,che trovo ottima..
Sperando che non dispiaccia all'autore ho linkato questo articolo sul mio blog,dove personalmente ho esposto concetti simili in due post
-Libertà di prostituirsi
http://bosco100acri.blogspot.com/2007/06/liberta-di-prostituirsi_10.html
-Libertà di prostituirsi (2)
http://bosco100acri.blogspot.com/2007/09/liberta-di-prostituirsi-2.html
Caro Gohan, sei il benvenuto. Il tuo link mi fa molto piacere, tanto più che ho trovato il tuo blog molto carino e interessante. Sarebbe bello collaborare, dato che mi sembra che tu possa condividere i nostri ideali. Hai letto la nostra carta fondamentale? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi.
Concordo al 100%. Si porrà poi però il problema delle puttane che evadono. E lì saranno cazzi amari...
:-)
che poi, perché allora solo questo reato? comunichiamo tutti i reati a mamme, mogli, zie e nonni! Poi, se avanza tempo, lo diciamo anche agli interessati!
A rigor di logica, se la prostituzione passiva (le puttane) non e' perseguibile per legge, non lo e' nemmeno quella attiva (i clienti). Quindi il nostro poco Amato ha riscoperto il socialismo delle origini... sara' la vicinanza dei nuovi comunisti.
Quanto alla diffusione del fenomeno, chi ha una certa eta' ricordera' certo come in Italia il panorama fosse, fino a 30 anni fa, piuttosto desolante, ma cos'e' che ha rese le nostre strade un paradiso per puttanieri? L'immigrazione, soprattutto quella dall'ex blocco sovietico... quindi, per paradosso, dalle nazioni ex comuniste ci e' arrivato il problema che i neo comunisti vorrebbero risolvere come nemmeno in URSS hanno mai pensato di fare.
Credo che ultimamente l'Amato si sia bevuto il cervello, ammesso che l'abbia mai avuto. Altro che dottor sottile... quando si tratta di quest'argomento si rischia di piu' dal mal sottile, ma forse sara' la degenerazione della malattia a rendere farneticante un cosi' "brillante" cervello. :-)
L'ultimo articolo di Gohan sull'argomento, è stato segnalato nella home page di Tocqueville. Siccome nell'articolo viene citato anche il Movimento Arancione, non possiamo che ringraziarlo.
complimenti Francesco, bel blog
Matteo
Grazie, ma i complimenti non vanno fatti a me! Un sacco di persone hanno collaborato alla realizzazione del sito e del Movimento...
Mah....
Bisogna che ci pensi su.
Non sono così convinto che abbiate ragione...
Un abbraccio, comunque.
Paolo
..allora complimenti a tutti, anche se a dire il vero ti avevo "usato" come rappresentante nonché fondatore nonché guru del movimento... dai non fare il modesto ;)
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