sabato 22 settembre 2007

...E IL LIBERISTA DOVE LO METTO?

Prima dell’esplosione della “Grillo-mania”, che ha inondato tg, giornali, blogs, ecc., si era sviluppato un interessante dibattito sulla collocazione “geografica” del liberismo.
A “scatenare” questa discussione, è stata la pubblicazione del pamphlet “Il Liberismo è di Sinistra”, scritto dai professori Alesina e Giavazzi, già autori di “Goodbye, Europa”.
Francesco Giavazzi, editorialista del “Corriere della Sera”, è da qualche tempo divenuto un “mètre a pensaire” di quella sinistra che vuole qualificarsi come liberale/liberista.
Hanno cominciato i Radicali (che liberali e liberisti lo sono davvero, e infatti – come direbbe il Ministro Di Pietro – che c’azzeccano loro con la “Triade” Giordano-Pecoraro Scanio-Diliberto?!?), che nella campagna elettorale delle Politiche 2006 hanno lanciato come loro programma economico l’ “Agenda Giavazzi”, e a loro si sono accodati vari personaggi de “L’Unione”, che cercano disperatamente di “crearsi una verginità” liberale/liberista, sia per conquistare quella fetta “ondeggiante” di elettorato moderato, sia per non spaventare quella grande borghesia economica, che ha dato il suo importante “endorsement” alla compagine prodiana prima del voto.
Ma, tralasciando questi “intrecci” (su cui magari torneremo più avanti), cosa si può rispondere a Giavazzi e Alesina?
Beh, innanzitutto gioverebbe ricordare che il liberismo, senza scomodare Croce ed Einaudi, è intrinsecamente legato al liberalismo, ed entrambi traggono origine da quella che dovrebbe essere la stella polare di ogni uomo: la Libertà.
Ora, penso appaia chiaro a tutti come, oggi più che mai, la Libertà e la Sinistra italiana siano in completa antitesi.
Sul piano economico (cui applichiamo la “lente” del liberismo), questa Sinistra continua a inserire balzelli e nuove imposte, “strozzando” lo sviluppo del Paese.
In ambito socio-politico (cui applichiamo invece la “lente” del liberalismo), l’occupazione “militaresca” della RAI, e lo spasmodico attaccamento al potere, sanno certo più di centralismo “democratico” di stampo stalinian-togliattiano, che di Libertà.
E concludiamo con due casi in cui l’aspetto economico e quello socio-politico s’intrecciano in un “crossover comunista” che di liberale e liberista non ha proprio nulla.
Il primo è la normativa introdotta dall’attuale Governo, per il pressoché totale controllo delle operazione bancarie dei cittadini. Una violazione delle libertà personali (ambito socio-politico), in quanto “i miei soldi li spendo come e quando voglio”, riferito alla sfera economica (i soldi, appunto).
L’altro è il “caso-Speciale”, dove per difendere gli “oscuri” interessi di bottega (o meglio, del Bottegone…), si è interferito sulla carriera (vita) di un ufficiale della Guardia di Finanza (Speciale), con l’aggiunta dell’impunità garantita dalla magistratura compiacente…
Ora, non so se Giavazzi abbia voluto, col suo pamphlet, ingraziarsi la “svolta liberale” (???) del nascente Partito Democratico, o giustificare la sua collocazione in quell’area; sta di fatto che, almeno questa volta, Giavazzi è andato contromano…

Federico Zuliani

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Federico, io non credo che Giavazzi intendesse chiedersi se stia proponendo una politica più liberale l'attuale sinistra o l'attuale destra. Credo che il discorso sia stato affrontato più in generale, volendo analizzare i caratteri "archetipici" della destra e della sinistra per valutare la loro compatibilità con il liberalismo. Posta in questi termini, la questione non è affatto semplice, e mentre non posso che darti ragione sulla valutazione che fai dell'attuale governo, che sta procedendo in una direzione sistematicamente antiliberale, non riesco a condividere la tua generale certezza che i liberali possano trovarsi soltanto a destra. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che in Italia il conservatorismo racchiude una storica componente antiliberale che potremmo chiamare "clericalismo", che interferisce pesantemente nella politica non soltanto sui cosiddetti "temi etici", ma anche sui temi economici e fiscali con una sostanziale quiescenza nei confronti dell'innalzamento delle tasse, della redistribuzione dei redditi e del protezionismo professionale.
Infine, vorrei sottolineare una cosa che mi sembra importante: il liberalismo, come filosofia, non sarà mai nè di destra nè di sinistra. Il dibattito a cui ci riferiamo non può che riguardare soltando le intenzioni di voto dei liberali, intesi come singoli elettori, il che è ben altra cosa dal dire che il liberalismo si identifichi con una parte piuttosto che con un'altra.

Anonimo ha detto...

Non vi sembra opportuno supportare decidere.net?

www.italianlibertarians.splinder.com

Anonimo ha detto...

Grazie della segnalazione, il banner è stato inserito fra i nostri link. Colco l'occasione per precisare che il sito è ancora in fase di costruzione (siamo online soltanto da 2 giorni!) perciò la lista degli amici è largamente incompleta.

Anonimo ha detto...

Gentile autore,

ti comunichiamo che il tuo post, ritenuto particolarmente valido dalla nostra redazione, è segnalato nella homepage della Tv della Libertà, all'interno della sezione dedicata alla blogosfera.

Il fine è quello di segnalare ai nostri lettori i contenuti più validi rintracciati nella blogosfera, soprattutto sugli argomenti che saranno oggetto delle nostre inchieste.

Nel caso tu fossi contrario a questa iniziativa, ti preghiamo di segnalarcelo via e-mail a questo indirizzo chiedendo la rimozione del tuo post. Provvederemo immediatamente.

Distinti saluti,

La Redazione-web della Tv della Libertà.
web@latvdellaliberta.it

Anonimo ha detto...

Complimenti Federico! E anche a Ismael, che qualche giorno fa è stato segnalato su Tocqueville.it
Abbiamo dei grandi blogger...

Federico Zuliani ha detto...

Grazie, grazie!

Anonimo ha detto...

"...a Libertà e la Sinistra italiana siano in completa antitesi..."
perché l'attuale destra che c'azzecca?
ah, ma forse libertà = potere del più furbo, ah beh allora si

Anonimo ha detto...

Non riesco a capire cosa sono. Forse se mi si fosse scritto "maître à penser" avrei potuto capirlo. Qualcuno mi può aiutare?

Ah, e il "Bottegone" si riferisce alla sede del defunto partito comunista, la sede dei DS, il partito di Visco, è detta "Botteghino".

Ciao a tutti.

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie


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