venerdì 12 ottobre 2007

TRAFFIC di S. Soderbergh

Prima di cedere il passo al suo successore, il numero uno dell’antidroga statunitense si vede con lui a colloquio, e gli racconta una storiella interessante: “Quando Khrushchev si ritirò, scrisse due lettere al suo successore. Gli disse di aprire la prima qualora si fosse trovato in un vicolo cieco, e la seconda se gli fosse ricapitato. Il successore lo ringraziò, ma di lì a poco si trovò in gravissime difficoltà, così aprì la prima lettera. C’era scritto: dai tutta la colpa a me. L’uomo fece così, ed uscì dai guai per qualche tempo, ma arrivò un secondo avvenimento che lo mise in ginocchio, così aprì anche la seconda lettera. Diceva: scrivi due lettere
Lo spettatore, come il personaggio del film, fatica a capire immediatamente il significato della storiella. Sarà il prosieguo della narrazione, condotta con maestria dal regista Steven Soderbergh, a chiarire il mistero, accompagnandoci con intelligenza in un inferno di criminalità, politica corrotta, drammi familiari e problemi sociali legati al traffico della droga.
Il film narra in modo corale varie storie parallele che si svolgono su “piani” diversi, dal politico in colletto bianco che dichiara “guerra alla droga” mentre sua figlia si buca con gli amici, fino al fronte militare di chi “si sporca le mani” faccia a faccia con i più potenti narcotrafficanti.
Questo sguardo d’insieme tenderà gradualmente a rendere partecipe lo spettatore dell’assurdità e dell’inutilità di questa guerra senza eroi, in cui il più saldo pugno di ferro potrà al massimo snidare un 30-40% dei ‘corrieri’, con l’unico esito di far aumentare ulteriormente il prezzo della merce e così, indirettamente, anche i profitti dei trafficanti. Nel frattempo, molti perderanno la vita in questa battaglia, sia fra i trafficanti che fra le forze dell’ordine, senza che si possa sperare su risultati concreti.
Alla fine, il politico in colletto bianco partito con le migliori intenzioni si trova in un vicolo cieco, schiacciato fra la tossicodipendenza della figlia e la sensazione che la sua politica antidroga assomigli sempre più ad un tentativo di svuotare un fiume con un secchio, e gli viene in mente la storiella di Khrushchev: ora ne capisce il senso.
Un film antiproibizionista, dunque, ma con intelligenza. Senza dimenticare di mostrare i devastanti effetti della droga, infatti, la storia ha il gran pregio di farci riflettere sugli aspetti della lotta alla droga che solitamente non vengono presi in considerazione dall’opinione pubblica. Ma se si vuol prendere una posizione politica realista, occorre mettere sul piatto della bilancia del proibizionismo anche i suoi caduti, l’immenso potere economico consegnato ai trafficanti (così grande, dice l’FBI, da superare di gran lunga le risorse finanziarie di un paese come gli USA) e l’oggettiva incapacità di ottenere risultati sensibili.
Chi scrive non ha ancora una posizione chiara in merito alla liberalizzazione della droga, poiché la questione è estremamente vasta e delicata, ma un appello mi sento di farlo: affrontiamo la questione nella sua complessità, senza che diventi l’ennesima occasione per far demagogia, abbattendo il tabù. Da essa dipendono indirettamente anche questioni di sicurezza, terrorismo, diritti umani e molto altro. Siamo sicuri che il proibizionismo sia la strada giusta? Il dibattito è aperto.
Francesco Lorenzetti

7 commenti:

Anonimo ha detto...

premetto che io non ho mai fatto uso di droghe,almeno non consapevolmente.Bisogna ditinguere tra chi fa uso di "droghe leggere" e "droghe pesanti"(anche se il limite non è ben chiaro),ecco il mio identikit paradigmatico che sicuramente non troverà molti d'accordo: chi fa uso di "droghe leggere", (mi limito a leggere ciò che mi sta attorno), lo fa perchè dal '68 (non nego che prima non se ne facesse uso, ma di certo molto di meno)va di moda fuggire da una realtà che i mass miedia ci fanno credere essere in uno stato di dissoluzione avanzante. Chi fa uso di "droghe pesanti" è arrivato per vari motivi ad uno stato di turbamento mentale quasi irreversibile, ma per fortuna in alcuni casi curabile. ecco cosa farei io.cambierei innanzitutto i termini di distinzione tra le droghe(infantile la distinzione pesante leggera).Permetterei la vendita di quelle che non nocive alla salute in farmacia ad un prezzo identico a quello di oggi(vietandolo ai minori), mentre le droghe nocive le lascerei vietate.

Anonimo ha detto...

Ma il senso della liberalizzazione non è di riconsiderare la nocività di alcune droghe. Tutte sono nocive, non è questo il punto. Il punto sarebbe cercare di togliere alla malavita un mercato che la rende così potente economicamente da combattere lo Stato ad armi pari (talvolta anche superiori).

Anonimo ha detto...

mi permetto di contraddirti la cannabis non è nociva se presa in piccole quantità, la si può considerare come l'aulin.se lo prendi in piccole quantità fa bene ma se ne abusi ti distrugge lo stomaco.la distinzione secondo me deve essere fatta se si vuol parlare di liberalizzare le droghe.qual'è la giustificazione che il legisltore farebbe per liberalizzare il crack o eroina?siete liberi di suicidarvi come volete?

Anonimo ha detto...

Dove hai letto che la cannabis non fa male in piccole quantità? E' la prima volta che sento una cosa del genere, sei sicuro della tua fonte? Personalmente, mi fido di mio padre (medico) che è di opinione contraria. Comunque è strano che tu mi chieda quale giustificazione dovrebbe dare il legislatore per liberalizzare le droghe pesanti, perchè il tuo è un modo di rovesciare il rapporto Stato-cittadini. Ricordo che, per un liberale, lo Stato dovrebbe "giustificarsi" soltanto quando LIMITA la libertà, non quando la concede. E poi, ripeto che non dovremmo neanche parlare della nocività delle sostanze, perchè la questione sollevata dal film è un'altra: il giro d'affari che esse provocano alla malavita. La liberalizzazione servirebbe, se non altro, a tagliare questi guadagni.

Anonimo ha detto...

ok, tuttavia chi è interessato, in questo indirizo si può trovare ciò di cui parlo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cannabis

Federico Zuliani ha detto...

Su Wikipedia può scriverci chiunque, x cui garanzie non ce sono...te lo dice uno che ci scrive e che ha fatto un sacco di correzioni a varie voci per inesattezze...

Anonimo ha detto...

p.s.ci tengo a sottolineare una cosa che ho lasciata implicita ma che non è stata colta.la liberalizzazione delle droghe io la accetterei SOLO per toglierla dalle grinfie della malavita.questa è la base da cui sono partito, del mio ragionamento che ho fatto sopra,ragionamento che io credo sia un passo più in là.


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