In questi giorni di polemica per il centrodestra, è chiaro che i giornali "d'area" si siano lanciati in disamine e "speciali" vari. Nel marasma di opinioni, commenti, suggestioni e ragionamenti vari, c'è stato un articolo che ha suscitato la mia attenzione più di tanti altri. Lo riporto qui integralmente, non per avviare chissà quale discussione sul ruolo di questa o quella forza politica, o per orientare partiticamente il Movimento. Bensì, perchè viene tirato in ballo un "parente stretto" del "nostro" liberalismo: il libertarismo. Non nascondo che la mia attenzione sia stata attirata dal fatto che l'autore sia Giordano Bruno Guerri, colui che fin dal primo numero de "L'Indipendente", ho adottato come una sorta di "maestro". E, all'interno del Movimento Arancione, so di non essere il solo...buona lettura!
Ma dove vuole andare Alleanza nazionale? - Giordano Bruno Guerri
Dove va An? Io proprio non lo so, ammesso che qualcuno lo sappia, anche al suo interno. So però dove non può andare, per non perdere ogni identità. Non può andare verso il centro degli ex Dc, dove diventerebbe una corrente - più o meno vasta - della destra democristiana. Non può rincorrere i gruppi, vecchi e nuovi, che si sono formati alla sua destra, dove si troverebbe in una impensabile posizione pre-Fiuggi. Potrebbe, certo, confluire nel Partito (o Popolo) della Libertà, ma è un’ipotesi scartata a priori dal suo gruppo dirigente o - almeno - da Gianfranco Fini. Il problema di An è dunque, prima di tutto, darsi un’identità che la distingua dal polpettone degli ex dc, dalla destra massimalista e dal nuovo partito di Silvio Berlusconi.Non condivido il pessimismo totale manifestato da Stenio Solinas su queste pagine. An ha espresso uomini che si sono dimostrati capaci di governare e di cambiare. E la fondazione Fare Futuro sembra la prova della volontà di guardare in avanti, piuttosto che indietro. Già nel luglio del 2006 Fini dette alcune indicazioni sulla svolta da dare al suo partito: il quale doveva trovare un suo punto di convergenza «tra cultura nazionale cattolica e socialismo riformista»; doveva essere capace di «rappresentare un’area vasta e plurale di culture e sensibilità diverse»; doveva pensare «al cittadino come persona, non solo come consumatore o lavoratore»; infatti, aggiunse, c’è nella destra «un’identità più profonda e quindi un senso etico della vita, spirituale o anche religioso». Tutte belle cose, certo, ma che non hanno avuto ancora modo di concretizzarsi, speriamo solo a causa delle contingenze politiche. E che, comunque, non identificano in modo abbastanza netto un partito che non può, pena una crisi fatale, scendere sotto la soglia del 10 per cento.Semplificando, mi sembra siano due le aree politiche e culturali ancora sgombre che An potrebbe occupare. Una è quella della destra libertaria americana, per la quale mi batto - inascoltatissimo - da anni. Se sono inascoltato un motivo c’è, e evidentemente ho torto: l’elettorato di An e la sua classe dirigente non sono né pronti né intenzionati a compiere il gran salto che li porterebbe dalla destra più antica, quella postfascista, a quella libertaria. Per la crescita di questa destra nuova bisognerà far crescere, come una pianta di serra, i Radicali Liberali di Benedetto Della Vedova, sperando che ricevano altra linfa dal ritrovato Daniele Capezzone e dai pannelliani che dovessero seguire il suo esempio. Allora rimane soltanto lo spazio per un partito modernamente conservatore. Attentissimo, cioè, a delineare i confini fra un conservatorismo aperto ai cambiamenti della società e quello perdente e dannoso di chi pensa che solo il vecchio è buono. Un sano conservatorismo sarebbe, per esempio, difendere l’identità italiana dall’omologazione europea: uno spazio di manovra ancora vergine nella nostra politica.
Che la discussione si apra!
Federico Zuliani
8 commenti:
Sottoscrivo dalla prima all'ultima parola!!!:-)
non avevo dubbi...
Ci sarà anche Giordano Bruno a Milano. Sono ansioso di conoscerlo.
A proposito: tutti gli arancioni entrino nell'area riservata per guardare gli avvisi. Ci sono novità...
non sono abituato a dire "sono d'accordo". Sono tanti anni ormai che ascolto persone con cui ho nulla o poco da spartire. Guerri è un maestro di vita da quando conduceva "Italia mia"... lo ricordate?
ebbene, in questi giorni sto scoprendo altri amici di pensiero: Gohan, in primis, il movimento arancione e quello di Della Vedova.
Allora benvenuto!:-)
Tranquillo,è stato così anche per me...
Credevo di essere un pazzo,poi invece ho scoperto che non ero l'unico al mondo ad avere certe idee...
Personalmente la mia prima scoperta illuminante,quella che mi ha fatto dire "Allora non sono il solo a pensarla così!",è stata "L'indipendente" diretto appunto da Giordano Bruno Guerri...
E' in assoluto il mio idolo!
Ps: appena ho un po' di tempo nel mio nuovo ruolo di co-autore che mi hai gentilmente concesso scrivo qualcosa sul tuo blog,promesso!:-)
Io e Gohan abbiam passato ore e ore a commentare il "suo" Indipendente! Un grande, senza dubbio! E noi che, come lui stesso, pensavamo di essere gli unici pazzi...invece è bello scoprire che i "guerrieri" non sono proprio 2 (ma 3-4 ahahah)...
"Guerri è un maestro di vita da quando conduceva "Italia mia"... lo ricordate?"
Non fu lì che si verificò un battibecco al limite del contatto fisico, tra il "mitico" leghista della prima ora Erminio Boso, e quel simpaticone di Sgarbi?!?
che giuliva scoperta, trovarvi.
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