giovedì 28 febbraio 2008

THE LIB LIST

di Federico Zuliani

Qualche settimana fa, è salita alla ribalta delle cronache, la pubblicazione di una vergognosa “lista nera” di professori universitari di religione ebraica che, secondo l’accusa dei pazzi scatenati che l’hanno redatta e pubblicata, avrebbero fatto “lobbying sionista” in concorso con alcuni colleghi non ebrei.
Quello che si vuol fare qui, invece, è una “lista al contrario” rispetto a quella, una lista positiva che vuole segnalare le personalità liberali all’interno dei vari partiti/schieramenti che si presenteranno alle imminenti Elezioni Politiche.
Un elenco puro e semplice, toccherà poi a voi lettori fare le vostre valutazioni nella scelta da fare il 13-14 aprile, nel segreto dell’urna. L’importante è che a votare c’andiate! Come diceva quella bella maglietta che girava negli USA nel 2004 “VOTE or DIE!”.

Ed ecco la “Lib List”:

PdL:
- Antonio Martino
- Renato Brunetta
- Giancarlo Galan
- Alfredo Biondi (non candidato)
- Stefania Prestigiacomo
- Egidio Sterpa (
non candidato)
- Enrico Nan
- Enrico Costa
- Giuseppe Consolo
- Gian Paolo Landi di Chiavenna
- Enzo Savarese
- Maria Elisabetta Alberti Casellati
- Maria Teresa Armosino
- Isabella Bertolini
- Pier Alfonso Fratta Pasini
- Niccolò Ghedini
- Gregorio Fontana
- Giuseppe Vegas
- Benedetto Della Vedova
- Marco Taradash (
non candidato)
- Giuseppe “Peppino” Calderisi
- Carmelo Palma
- Daniele Capezzone (
non candidato)
- Lamberto Dini

Lega Nord:
- Maurizo Balocchi
- Manuela Dal Lago
- Daniele Folgora

PD/Radicali Italiani
- Paolo De Castro
- Valerio Zanone (non confermato)
- Emma Bonino (più i candidati radicali nella lista del PD)
- Enrico Morando
- Pietro Ichino

Partito Socialista
- Cinzia Dato

Ovvio che non si tratta di una lista esaustiva, questi sono quelli più noti. Sicuramente ce ne sono altri, vedi ad esempio i vari repubblicani sparsi per i vari schieramenti, a cominciare da quelli del PRI di Francesco Nucara e Giorgio La Malfa, ma qui si è preferito stare sui liberali più o meno “classici”. Ad ogni modo, se avete segnalazioni da farci postate un commento e vedremo di aggiungere chi è stato dimenticato.

Ah, ci sarebbe anche il rinato PLI, però non si sa ancora cosa farà. Al momento risulta in trattative per un’alleanza elettorale con l’UDC…

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottima iniziativa,soprattutto in virtù del meccanismo delle liste bloccate!
Per quanto riguarda il Pli stando a quello che viene detto nella homepage del loro sito hanno ufficialmente scelto di correre da soli...

Anonimo ha detto...

Quella del PLI mi sembra un'iniziativa sbagliata, in controtendenza rispetto agli sviluppi più recenti della politica.

Sapete come la penso, ma lo ribadisco: è meglio fare una battaglia 'di corrente' all'interno del PdL che mettersi da soli e venire spazzati via.

Federico Zuliani ha detto...

Concordo con Fra. Meglio essere liberali in un partito grande, che magari propone 5 cose liberali e ne realizza 2, che fare l'ultimo dei mohicani nel PLI che magari di proposte liberali ne fa 50 ma, realisticamente, non ne potrà realizzare neanche una...On. Stefano De Luca, CI RIPENSI!!!

Anonimo ha detto...

Egidio Sterpa lo devi avere davvero in gran considerazione, visto che l'hai nominato due volte! ;-)
Ma Dini è davvero in lista con il Pdl?? Burp...e Dario Rivolta che fine ha fatto?
Comunque ai liberali del Pd va aggiunto anche il buon Enrico Morando, come minimo.

Anonimo ha detto...

Bravi, iniziativa giusta. Sulla lista c'è da commentare che, curiosamente, hai messo la foto di Capezzone ma non l'hai messo in lista. Tra i DS poi bisogna riconoscere che è stato messo in lista anche Ichino.

Il problema però è se questi Lib sapranno organizzarsi e far valere le idee liberali, se sapranno creare una "corrente" neoliberale.

Ciao,
Gionata Pacor

Anonimo ha detto...

Grazie sia a Gionata che a Ismael, abbiamo aggiunto i giustissimi nomi dimenticati. Se ci sono altre segnalazioni ben vengano, sarebbe bello avere una lista 'completa' di riferimento. Spremetevi le meningi!

Anonimo ha detto...

Zanone non verrà ricandidato.

Anonimo ha detto...

Mi sono trovato un pochino in difficoltà a trovare un persiero liberale da esprimere in questa sede. Le proposte sono piuttosto fiacche e democristiane...

Federico Zuliani ha detto...

X Ismael: in effetti, ho una grande ammirazione x Sterpa, xò la doppia citazione è dovuta esclusivamente ad una svista, come pure gli altri errori. Morando è un "demo-lib", più che un liberale, ma ammetto che c'ho pensato un po' prima di escluderlo.

Sulle omissioni: l'ho scritto nell'articolo che qualcuno sicuramente m'era scappato...infatti... :)

X anonimo: Ichino non è un liberale, ma un socialista riformista, al max un socialista liberale, ma sarebbe già una forzatura.

Anonimo ha detto...

Se la Bertolini è lib, Giovanardi è radicale!!!

Anonimo ha detto...

Dunque, ultime notizie: Sterpa, Capezzone, Rivolta e Biondi NON saranno ricandidati nel Pdl.
Le liste del partito unico di centrodestra sono state formate nel quadro di una vera e propria epurazione antiliberale, Martino a parte (bontà loro!).
A mia memoria, non mi era mai capitato di andare a votare tanto demoralizzato.

Anonimo ha detto...

Ho letto... Dire che sono incazzato è poco.
Vado a mettere la testa in un secchiello di ghiaccio.

Anonimo ha detto...

Salvatore Carrubba: Quando tutti si dicevano liberali, ora non più
da Il Sole 24 Ore

La parabola del mercato ridotto a mercatismo, ossia della condizione dell'assetto capitalista mortificata a patologia della dimensione globalizzata, riassume bene l'opacità di contenuti dalla quale prende ufficialmente le mosse la campagna elettorale.

L'eterogeneità delle liste finalmente chiuse è solo la conseguenza dello sforzo di definire più che un profilo di proposte una galleria di profili: di facce, di persone, di tipi umani, di categorie professionali. La logica di acchiappare voti ha prevalso sulla capacità di fabbricare idee, premiando fedeltà che (certamente) non daranno problemi e notorietà che (probabilmente) non avranno soddisfazione.

Del resto, quali idee? Fatta eccezione per le frange estreme degli schieramenti, dalle visioni radicali ma esplicite (e naturalmente inaccettabili per chi si professi democratico liberale), i due grandi partiti non sembrano davvero caratterizzati da proposte drammaticamente conflittuali: frutto anche, certamente, della semplificazione interna, che consente una maggiore coerenza ideale. Potrebbe trattarsi di un buon segno. E in parte lo è perché il confronto politico generalmente ha perso il carattere ansiogeno degli ultimi quindici anni, anche se la giornata di ieri ha riattizzato polemiche sui programmi degli avversari.

Certamente, in questa piattaforma comune non si può dire prevalga un forte orientamento liberale. Il che, da un lato, può non stupire, se si considera la condizione di perdurante minorità dei liberali nella politica italiana (in parte dovuta anche a molte loro debolezze); ma dall'altro colpisce se solo si considera l'entusiasmo da neofiti con cui tutti (esclusi forse Bertinotti e Storace) fino a pochi anni fa correvano a dirsi liberali.

Cosa è successo in un così breve lasso di tempo per far sì che la rivoluzione liberista del Berlusconi del 1994 abbia lasciato il posto alla seria ipotesi di proporre dazi e invocare difese dell'italianità? E che la svolta modernizzatrice di Veltroni abbia finito con l'imboccare la via di un dirigismo dolce? Del resto, basta guardare alle liste: della vecchia, e già sparuta, presenza liberale, in entrambi gli schieramenti resta ben poco. E allora un'altra domanda è d'obbligo: ma oggi servono i liberali?

Le dodici proposte avanzate dall'Istituto Bruno Leoni nel rapporto "Liberare l'Italia" (e anticipate giovedì scorso su queste colonne) riassumono bene il carattere rivoluzionario che oggi assumerebbe un'offerta politica basata sulla fiducia nella competizione, nel merito e nella responsabilità individuale. Basterebbe, per esempio, attuare la proposta einaudiana dell'abolizione del valore legale del titolo di studio per fare cadere d'incanto tutte le incrostazioni corporative che rendono la scuola e l'università italiane tra le peggiori d'Europa (pur con tutte le doverose, lodevoli eccezioni).

Si dirà che anche nel resto del mondo il pendolo ha oscillato: le tentazioni stataliste sono più forti, come dimostrano in Francia le difese dei campioni nazionali e in Gran Bretagna i salvataggi dei rottami nazionali. È vero: ma è altrettanto indiscutibile che, quando in Italia liberali si dichiaravano tutti e nel mondo le riforme di mercato si facevano, il nostro Paese sia rimasto fermo, bloccato dai veti e dalle corporazioni, a partire da quelle sindacali.

Non abbiamo tagliato la spesa e non abbiamo perciò potuto tagliare le tasse. Non abbiamo introdotto il merito nell'impiego pubblico e la concorrenza nei servizi pubblici, e non abbiamo perciò potuto alleggerire l'apparato burocratico. Non abbiamo reso più equo ed efficiente il welfare. Non abbiamo intaccato sostanzialmente la manomorta pubblica e le rendite di posizione private. Abbiamo depresso l'innovazione e la ricerca. Abbiamo penalizzato la condizione dei cittadini e (peggio ancora) mortificato le prospettive dei giovani, deformandone le aspettative fino a convincerli che la raccomandazione conti più del merito, l'appartenenza più delle capacità, e corrompendone le percezioni fino al pregiudizio che il lavoro sia solo il "posto" e che l'impresa sia anche prevaricazione.

Così, dalla fase in cui (quasi) tutti si proclamavano liberali senza esserlo siamo passati a quella in cui (quasi) tutti fanno gli statalisti senza dirlo. E la trasformazione si maschera dietro ambiguità e prudenze di linguaggio e di proposta che velano una nuva indifferenza verso l'obiettivo di allargare l'area di autonomia, di libertà e di responsabilità nel rapporto tra cittadino e Stato. Del resto, la contraddittorietà, talvolta davvero clamorosa e indice di un imbarazzo bipartisan, presente nei due partiti maggiori sui temi eticamente sensibili dimostra lo sforzo comune di derubricare i temi più controversi pur di non dover prendere una posizione netta, quale che essa sia.

Insomma, ci attende una campagna civile quanto ai comportamenti, ma incolore quanto ai contenuti: una prospettiva che impone ora, a media ed elettori, di raddoppiare gli sforzi per intravedere che Italia ci promettono.

Anonimo ha detto...

Su Il sole 24 ore c'è scritto che Capezzone sarà sottosegretario se vince il PdL... Speriamo!

Anonimo ha detto...

Io ho deciso,voto il Pli.
La misura è colma.

geobuzz ha detto...

votare? a che pro?
statevene a casa! è l'unica protesta valida!

Anonimo ha detto...

nella lista trovo anche marco taradash. dove è candidato?

Anonimo ha detto...

Non mi risulta... ma l'esperto è Federico.

Fede a te risulta Taradash candidato?

Jinzo ha detto...

Questa lista include personaggi che con il liberalismo hanno poco a che fare. Enrico Nan è quello della legge contro la pornografia in rete mi pare... per non parlare della Bertolini....

Sto tentando di fare, basandomi anche su questa, una lista più attendibile dei laici candidati.

Anonimo ha detto...

Capisco bene come e perché la misura sia colma, ma il Pli è un ripiego senza sbocchi.
Dopo aver letto questo, ho concluso che sarebbe meglio perfino l'astensione (detto da me è quasi uno scoop ;-)

http://www.ideazione.com/new_2008/rubrica_pezzuto/2008_marzo/2008_03_10_pezzuto.htm

Anonimo ha detto...

link compatto:

http://tinyurl.com/2eqhj9

Anonimo ha detto...

per Ismael:
sono perfettamente consapevole che un eventuale voto al Pli non produrrà alcuna conseguenza, perchè si tratta di una formazione politica irrilevante, si tratta semplicemente di un voto di protesta...
Non sono per l'astensione perchè non mi va che il mio non voto, che è consapevole e ragionato, venga cofuso con quello di chi non va a votare perchè non si informa e non ha alcuna opinione...
Molto meglio la scheda bianca o nulla, così si fa capire che non si è espressa una preferenza non perchè troppo pigri per andare al seggio ma perchè insoddisfatti dalle proposte offerte...

Anonimo ha detto...

Io invece sono un sostenitore della molletta al naso, come Zamax...

Anonimo ha detto...

Sarà che mi reco al voto "mollettato" dacché sono avente diritto, ma mi associo a Francesco e a Zam.
L'astensione attiva mi pare un buon compromesso tra le varie spinte repulsive: se proprio non ce la fai a turarti il turabile, scrivi sulla scheda qualche ecloga in miniatura. Oppure ci ricami un bell'arabesco a tutta pagina. ;-)

Anonimo ha detto...

a me taradash non risulta nelle liste del pdl

Anonimo ha detto...

uno dei piu esperti e competenti fra gli uomini di cultura(non solo "cattolico"!)mi
- giustamente!-
fece notare che era un tantino fuori posto il mio "accanimento" contro alcune stortura di "avvenire"
(a cui addirittura avevo dedicato un Sito/blog http://marinadirettore.splinder.com/ )

Me ne rendo conto
sempre piu
(di quanto aveva ragione tale scrittore ed editore)
sopratutto
O R A
che famiglia cristiana
sta sferrando un attacco quasi senza precedenti al centro destra.
E passi che il giornale dossettiano/prodiano
(forse persino casiniano,chissà)
se la prenda con berlusconi:
diciamo che non è una novita.
Il fatto che sorprende è che se la prende con i cattolici del Popolo della libertà!!!
E, come sapete, fra i piu bersagliati vi è proprio quel Carlo Giovanardi
che
è
fra
i più attivi e corretti
-e "coerentemente cattolici" in linea con la DsC-
esponenti della politica italiana,
ed oggi Sottosegretario alla Presidenza.

Spero ora di non aver "sbagliato bersaglio" ancora:
chè
se con "avvenire"
forse
avevo un pò esagerato
mi rendo conto che invece
il settimanale paolino
(proprio durante l'anno Paolino)
ha ormai
totalmente
perso
ogni bussola.
Invito tutti a leggere l'ultimo numero appena uscito:
ho contato
almeno tre o quattro
chiare invettive
contro il governo
ed il Popolo della libertà.

Ma, è talmente evidente che i destinatari di tale campagna denigratoria sono i cattolici al governo
e particolarmente carlo giovanardi
ed i POPOLARI LIBERALI
(che a "fc" temono così tanto da non menzionarli neppure, caso mai qualche loro lettore-sempre meno,e sempre meno cattolici- "scoprisse" la presenza dell'ormai vivo ed attivo Movimento che sta guidando il pdl verso il ppe.


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