Sul corriere della sera del 21 maggio c'è un bel articolo in prima pagina di Della Loggia che mostra come venga consideratO centrale il ruolo dell'Unione Europea per ”salvare” l'Italia dai suoi problemi. Bellissimo articolo, che secondo me rispecchia perfettamente la realtà italiana. Invertendo una tendenza consolidata, se ci fosse una classifica dei paesi più europeisti noi saremmo primi, davanti di molti punti rispetto a qualsiasi altro Stato.
Ottima cosa senza nessun dubbio questo spirito patriottico europeo, ma c'è una cosa da capire: l'Unione non ci salverà, impegnata com'è a trasformarsi nel super-Stato che vuole divenire; e poi, in secondo luogo, le azioni dell'unione nei nostri confronti sono di due tipi: richiami per comportamenti sbagliati, e sanzioni. I primi sono completamente inutili, qualora chi ci governa faccia orecchie da mercante ai consigli di Bruxelles, e le sanzioni sono inutili e dannose perché si ripercuotono sulle tasche dei cittadini.
Quindi dovremmo iniziare a capire che sarebbe meglio farcela da soli a portare l'Italia ai livelli del resto dell'Unione, imitando magari i paesi come l'Irlanda che viaggia in un regime di libertà (economica e sociale) molto più elevato del nostro e spingere per riportare l'unione sui suoi binari originari: la più completa libertà di circolazione con l'abolizione delle varie quote di produzione che limitano il libero mercato. Ovviamente una politica estera e di sicurezza comune è ottimale, ma quanto deve contare il parere della Finlandia sulle politiche anti-immigrazione clandestina della Spagna e dell'Italia?
Quelli che invece non piace agli italiani dell'Europa è l'euro, accusato ingiustamente del aumento dei prezzi. Sembra che nessuno abbia considerato che i prezzi li fanno i produttori e i commercianti, ma nessuno considera possibile una speculazione di queste ultime categorie. Ringrazio il fatto dell'esistenza di una valuta unica e un'unica banca centrale che stampa denaro, impedendo ai nostri governanti di stampare valuta per pagarsi i debiti, creando inflazione e impedendo anche la possibilità di svalutare il nostro conio, mossa tipica di alcuni passati governi.
Qualcosa di buono ultimamente l'Unione l'ha fatto, parlando dei controlli sulla libera vendita di Alitalia, senza nessuna ingerenza governativa, ma alla fine come è andata? Nonostante il parere contrario dell'UE, i trecento milioni di euro come prestito (a fondo perduto?) dello Stato alla compagnia di bandiera sono entrati nelle tasche di quest'ultima. Quindi bene l'idea di preservare la libera concorrenza vietando i finanziamenti statali, male per il fatto che il prestito è avvenuto.
Lungo e difficile sembra il cammino dell'Unione, spinta da un movimento unitario (Italia in primis) e frenata da altri, con diverse motivanti (il nazionalismo francese e la nuova diffidenza olandese, che hanno bloccato il progetto di costituzione, e l'entrata dei nuovi stati ex-sovietici che hanno appena conquistato la libertà e credo non abbiano molta voglia di cederla a questo super-Stato).
Per aggiungere frenate alla nascita di un super-Stato europeo, venerdì 13 giugno gli Irlandesi hanno bocciato l’idea del Trattato di Lisbona, che avrebbe mandato in soffitta il concetto di unanimità dei voti degli Stati per le decisioni da prendere, sostituendolo con il concetto di maggioranza, che avrebbe eliminato parte della sovranità interna dei paesi membri.
Se l'unione imploderà o meno non mi è dato saperlo, ma se ciò dovesse accadere sarà merito degli irlandesi, che si accorgeranno di come l'Unione ha limitato le libertà che si sono dati negli ultimi anni, creando un effetto domino tra tutti gi altri paesi. E noi ad aspettare l'aiuto dell'Europa rimarremo soli, e in disgrazia.
Ottima cosa senza nessun dubbio questo spirito patriottico europeo, ma c'è una cosa da capire: l'Unione non ci salverà, impegnata com'è a trasformarsi nel super-Stato che vuole divenire; e poi, in secondo luogo, le azioni dell'unione nei nostri confronti sono di due tipi: richiami per comportamenti sbagliati, e sanzioni. I primi sono completamente inutili, qualora chi ci governa faccia orecchie da mercante ai consigli di Bruxelles, e le sanzioni sono inutili e dannose perché si ripercuotono sulle tasche dei cittadini.
Quindi dovremmo iniziare a capire che sarebbe meglio farcela da soli a portare l'Italia ai livelli del resto dell'Unione, imitando magari i paesi come l'Irlanda che viaggia in un regime di libertà (economica e sociale) molto più elevato del nostro e spingere per riportare l'unione sui suoi binari originari: la più completa libertà di circolazione con l'abolizione delle varie quote di produzione che limitano il libero mercato. Ovviamente una politica estera e di sicurezza comune è ottimale, ma quanto deve contare il parere della Finlandia sulle politiche anti-immigrazione clandestina della Spagna e dell'Italia?
Quelli che invece non piace agli italiani dell'Europa è l'euro, accusato ingiustamente del aumento dei prezzi. Sembra che nessuno abbia considerato che i prezzi li fanno i produttori e i commercianti, ma nessuno considera possibile una speculazione di queste ultime categorie. Ringrazio il fatto dell'esistenza di una valuta unica e un'unica banca centrale che stampa denaro, impedendo ai nostri governanti di stampare valuta per pagarsi i debiti, creando inflazione e impedendo anche la possibilità di svalutare il nostro conio, mossa tipica di alcuni passati governi.
Qualcosa di buono ultimamente l'Unione l'ha fatto, parlando dei controlli sulla libera vendita di Alitalia, senza nessuna ingerenza governativa, ma alla fine come è andata? Nonostante il parere contrario dell'UE, i trecento milioni di euro come prestito (a fondo perduto?) dello Stato alla compagnia di bandiera sono entrati nelle tasche di quest'ultima. Quindi bene l'idea di preservare la libera concorrenza vietando i finanziamenti statali, male per il fatto che il prestito è avvenuto.
Lungo e difficile sembra il cammino dell'Unione, spinta da un movimento unitario (Italia in primis) e frenata da altri, con diverse motivanti (il nazionalismo francese e la nuova diffidenza olandese, che hanno bloccato il progetto di costituzione, e l'entrata dei nuovi stati ex-sovietici che hanno appena conquistato la libertà e credo non abbiano molta voglia di cederla a questo super-Stato).
Per aggiungere frenate alla nascita di un super-Stato europeo, venerdì 13 giugno gli Irlandesi hanno bocciato l’idea del Trattato di Lisbona, che avrebbe mandato in soffitta il concetto di unanimità dei voti degli Stati per le decisioni da prendere, sostituendolo con il concetto di maggioranza, che avrebbe eliminato parte della sovranità interna dei paesi membri.
Se l'unione imploderà o meno non mi è dato saperlo, ma se ciò dovesse accadere sarà merito degli irlandesi, che si accorgeranno di come l'Unione ha limitato le libertà che si sono dati negli ultimi anni, creando un effetto domino tra tutti gi altri paesi. E noi ad aspettare l'aiuto dell'Europa rimarremo soli, e in disgrazia.
6 commenti:
"Quelli che invece non piace agli italiani dell'Europa è l'euro, accusato ingiustamente del aumento dei prezzi. Sembra che nessuno abbia considerato che i prezzi li fanno i produttori e i commercianti".
Mi sorprende che tu scriva una cosa di questo tipo, perchè è il contrario della posizione dei liberali su quest'argomento.
Ma non si tratta nemmeno tanto di opinioni, la teoria economica ci dice che i prezzi non sono "fatti dai produttori e dai commercianti", ma dall'interazione di domanda e offerta.
Vorrei poi che mi si spiegasse una volta per tutte cosa significa "speculazione". Se il mercato genera un determinato prezzo significa che si è creato un equilibrio. Il termine speculazione, che significa che qualcuno tenta di trarre vantaggio da una situazione difficile altrui, qui è del tutto fuori posto.
Io non vedo fruttivendoli e tabacchini navigare nell'oro. Tu sì?
Il problema dell'inflazione è, invece, macroeconomico, ed è legato proprio a quell'istituzione di cui tu hai tanta ammirazione, la BC, la quale nell'ultimo secolo ha causato al mondo più danni economici delle politiche sovietiche prima della NEP.
Il problema è ke nn esiste un'identità europea vera e propria, oltre alla mancanza di una vera integrazione politico-istituzionale. L'UE di oggi è un ibrido ke nn serve a nulla...o si torna ad una comunità meramente economica (la 'via inglese'), o si dotano le istituzioni europee degli strumenti politici necessari all'integrazione. Ad esempio, servirebbe una bella riforma politico-elettorale, ke prevedesse ke il PARTITO EUROPEO (o più di uno) ke vince le elezioni per il Parlamento di Strasburgo ottenendone la maggioranza assoluta, ha l'incarico di formare la Commissione, non ke questa sia fatta da membri nominati dagli Stati membri come accade oggi, dove si trova un po' di tutto a seconda del colore dei diversi governi in carica. Ke linee politico-programmatiche può avere una Commissione con, esempio, Presidente popolare, un Vice socialista, uno liberale ed i membri della Commissione divisi 1/3 ciascuno x ogni dei 3 principali partiti?!? Si deve fare cm negli Stati membri, ki vince governa. Inoltre basta con 'elezioni esperimento'! Liste tra le più varie, listoni ke si sciolgono subito dopo il voto, ecc. Alle Elezioni Europee ci si deve presentare SOLO sotto le insegne dei rispettivi partiti europei. Così la finiamo anke con certi tatticisimi di ki sta in Europa con tizio e in casa gli fa la guerra appoggiando caio, o partiti unici ke in Europa si dividono...
Non si può creare in circa 50 anni, quello che si è fatto in America in mezzo secolo.
Siamo europei ancora e soltanto sulle cartine geografiche. Per tradizioni, culture e storia, siamo ancora troppo diversi. Mi spiegate cosa accomuna un latino con uno scandinavo, interessi a parte.
Ritengo che i vertici politici europei, debbano ripartire dalle radici, permetterci di correre alla stessa velocità. Oggi, ancora si corre in modo disomogeneo. Troppi interessi diversi.
L'Ue è un istituzione ancora troppo blanda, per rafforzarsi, scelga nuove strategie di organizzazione.
Per quanto concerne la speculazione, sebbene, il prezzo scaturisce dall'interazione della domanda con l'offerta, convergo nel ritenere colpevoli produttori e commercianti, in quanto hanno contribuito agli aumenti di prezzi, approfittando del disorientamento iniziale della gente, per il cambio di moneta. Non navigano nell'oro, poichè a sua volta lo Stato, avvertita la situazione, ha speculato su di loro, innescando un circolo vizioso.
Oggi la gente comune ne paga le conseguenze, e si sente lontana da quella classe elitaria, che è fuori dalla realtà minuta, e si perde in chiacchiere, occupandosi, di quote di produzione, marchi dop e doc, oppure forni a legna da bandire.
Cinquant'anni e mezzo secolo, nn sono la stessa cosa?!?
"Siamo europei ancora e soltanto sulle cartine geografiche. Per tradizioni, culture e storia, siamo ancora troppo diversi. Mi spiegate cosa accomuna un latino con uno scandinavo, interessi a parte".
Sottoscrivo in pieno!
Per Vincent :mi dispiace di essere passato per ammiratore della BCE, in ogni caso ho apprezzato il tuo commento, ma continuo a credere riguardo all’aumento dei prezzi post-euro che oltre al interazione di domanda e offerta, i commercianti ne abbiano approfittato un po’, grazie allo “smarrimento” della gente con il cambio della valuta.
Sottoscrivo anche io "Siamo europei ancora e soltanto sulle cartine geografiche. Per tradizioni, culture e storia, siamo ancora troppo diversi. Mi spiegate cosa accomuna un latino con uno scandinavo, interessi a parte",anche considerando abbastanza inutile il progetto degli “Stati Uniti D’Europa” , per il semplice fatto che gli Stati Uniti sono nati per difendere la propria libertà (e proprietà) da un nemico che li voleva tassare senza dargli alcuna rappresentazione, mentre qui mi sembra che non abbiamo questa storia unitaria di difesa comune, anzi fino a poco più di cinquant’anni (o mezzo secolo, se preferite) fa, molti stati Europei erano nemici tra loro.
Vorrei però far capire a tutti che io non so un anti-europeista, ma che credo che una semplice unione economica, libera circolazione di merci, capitali e persone sia più utile agli stati membri di un Leviatano burocratico come vuol divenire l’Unione Europea.
Riguardo alle "speculazioni", ho segnalato in fondo alla homapage un bell'articolo di Martino per l'IBL...
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