martedì 10 giugno 2008

QUALCOSA E' CAMBIATO

di Vincent

Ci sorprende assai la notizia che il Governo stia pensando ad una soluzione per il problema della prostituzione. Credevamo che quell'argomento fosse ancora un tabù, e che lo sarebbe stato ancora a lungo, soprattutto in considerazione del fatto che il mondo cattolico, così vasto ed influente in Italia, non ha mai dato segno di voler cedere a qualche tentativo di liberalizzazione o, almeno, di regolamentazione del fenomeno. Ma non avevamo tenuto conto di un fatto importante, dalla portata potenzialmente dirompente, e cioè che, a partire dalle ultime consultazioni elettorali, si è affermato nel nostro paese qualcosa di simile ad un bipartitismo di fatto.

In questo nuovo scenario, il mondo cattolico è rimasto all'angolo, fedele ad una strategia 'centrista' che è stata la vera sconfitta alle ultime elezioni, ed ora sconta gli effetti di quell'errore madornale dovuto alla testardaggine di non voler accettare che l'elettorato era ormai stufo dei partitini 'indispensabili', dei ricatti e delle politiche dettate dagli scranni delle lobby occulte.

Ecco, allora, i primi effetti. La Chiesa non vuole il reato di clandestinità? Opinione legittima, ma il Governo legittimamente se ne frega e tira diritto. Cosa che dovrebbe essere la norma, in un paese laico, ma che suona come un'autentica novità agli occhi e agli orecchi degli italiani. Un'altro esempio? Per l'appunto, l'attuale dibattito sulla prostituzione. Si discute di una possibile riapertura delle case chiuse (Carfagna) o di quartieri a luci rosse (Maroni) e probabilmente alcune delle idee radicali che circolano in questi giorni nei palazzi del potere si tramuteranno in disegni di legge. E io mi chiedo: possibile che il centrodestra si accorga solo ora del problema? Certamente no, sono sicuro che queste idee circolassero anche nel 2001, ma all'epoca, come ho già detto, il contesto politico era diverso. C'era l'UDC, c'era una presenza cattolica molto più importante, c'era un'ipocrisia aleggiante, ahimè, anche per colpa della campagna moralista 'post-11settembre'. Insomma, tirava un'aria diversa.

Oggi Berlusconi è più forte che mai, ha una solida maggioranza in Parlamento, una coalizione più omogenea, e la sua lungimiranza gli ha dato un vantaggio sulle altre lobby (Chiesa, sindacati, confindustria ecc.) che gli permette di discutere di riforme con una tranquillità inedita. Il sindacato deve ancora riprendersi dal vortice di bastonate degli ultimi anni, la Chiesa ha capito solo ora che è finito il tempo dei giochetti, i partitini sono schiacciati per sempre, gli industriali alla Montezemolo e alla Della Valle ormai sono spariti: si vergognano perfino a parlare in tv.

Non che siano finiti completamente i problemi. Ancora c'è una vena forte di populismo, nel centrodestra, e si sente parlare di Robin Hood, di presunte tasse 'neutrali' (ma ci devono spiegare come faranno ad impedire a banche e petrolieri di alzare i prezzi per compensare i minori profitti) di dazi e altre baggianate simili, ma sono cose che vengono tutte da quello strano uomo di sinistra che è Tremonti, perciò non ci dobbiamo meravigliare. Speriamo solo che non si tramutino in realtà, e che siano solo un modo per prendere bonariamente in giro la gente ed assicurarsi un facile consenso.

Per il resto vedo buoni segnali. Il nucleare, il dibattito sulla prostituzione, il progetto di Brunetta sugli statali, la volontà di ridurre le tasse (anche se troppo timidamente) la linea dura contro la criminalità e l'immigrazione clandestina, la costruzione di nuove carceri, il progetto per la soluzione al problema dei rifiuti campani, ecc mi sembrano la prova di una partenza in grande stile sulla strada giusta, la strada che si aspetta la gente. Il tempo darà il suo verdetto, e solo allora potremo dire se Berlusconi è stato un Napoleone, a cui seguirà una veloce 'restaurazione', o se sarà stato capace di traghettare l'Italia una volta per tutte ed in modo duraturo verso un futuro da paese liberale.

9 commenti:

Federico Zuliani ha detto...

Sono anch'io positivo nei confronti di questo esecutivo, anke se qualche strizzatina d'occhio di troppo Oltretevere un po' di prurito me lo provoca...

Anonimo ha detto...

Mah, io vorrei essere ottimista come voi, però c'è qualcosa che ancora non mi convince.
E' vero, ci sono diverse iniziative buone in circolazione, ma il problema più grosso e immediato è l'economia e, a gestire quel problema, c'è Tremonti.
Vedremo come andrà a finire, anche se spero vivamente di dovervi dare ragione!

Anonimo ha detto...

Io non me la prendo con Tremonti. Io me la prendo con la gente che apprezza questi provvedimenti squinternati di cui parla Vincent; Tremonti fa il suo lavoro: cerca il consenso e porta avanti i provvedimenti che la gente si aspetta. Il problema è far capire alla gente che il capitalismo non è "il male", e che gli "extra-profitti" di petrolieri e banche, in un sistema capitalistico sarebbero AUTOMATICAMENTE rimessi in circolazione in favore della comunità sottoforma di investimenti e consumi, perciò l'idea di uno Stato Robin-Hood che si legittimi con l'idea di una "redistribuzione" è in realtà una bugia.

La "redistribuzione ci sarebbe comunque, solo che il mercato la effettuerebbe secondo criteri economici, lo Stato secondo criteri burocratico-politici del tutto discutibili: perchè infatti un Tremonti dovrebbe allocare quelle risorse meglio del mercato? Conosce forse ogni esigenza individuale, ogni nuova preferenza dei consumatori, ogni bisogno di liquidità degli imprenditori? Deve essere lui il giudice di ciò che è "giusto" dare a tizio e a Caio? E secondo quale criterio?

Mi raccomando, parliamo con la gente e spieghiamo loro queste cose. "Capitalismo" non deve più essere una brutta parola, dobbiamo anzi riuscire ad usarla con orgoglio.

Cervo ha detto...

""Capitalismo" non deve più essere una brutta parola, dobbiamo anzi riuscire ad usarla con orgoglio."

Francesco, sembri indietro di 20 anni. Forse non ti sei accorto che "Capitalismo" sta SMETTENDO di essere LA BUONA PAROLA.

"Conosce forse ogni esigenza individuale, ogni nuova preferenza dei consumatori, ogni bisogno di liquidità degli imprenditori?"

Dovresti chiederti: "il Capitalismo forse conosce ogni necessità degli esseri umani?"

Se sei ridotto, perchè purtroppo la tua educazione e le tue esperienze di vita ti constringono in quell'ambito, a considerarti esclusivamente e alternativamente nel ruolo di imprenditore o di consumatore, propabilmente a tua insaputa rientri nella categoria alla quale, secondo Vincent, è possibile rivolgere delle bonarie prese in giro senza provare rimorso.

Forse iniziandoti a porre quella domanda potresti rientrare in sincronia con il mondo.

Insomma, magari prima di andare a parlare con gli altri ed evengelizzarli, parlare un pò con se stessi.

Mi meraviglio, ancora una volta, che nel blog di un movimento che sostiene di non voler utilizzare "gli stessi mezzi adottati dagli altri partiti politici" si possa leggere una frase di questo tipo:

"speriamo solo che non si tramutino in realtà, e che siano solo un modo per prendere bonariamente in giro la gente ed assicurarsi un facile consenso."

Che tradotta significa "La gente è cogliona e tale deve rimanere, per cui, se la classe politica di un Paese, anzichè provvedere affinchè la popolazione migliori culturamente ed intellettualmente e quindi capisca di più, la tratta da cogliona, si tratta di una operazione bonaria sulla quale non ho nulla da ridire a parte farci una risata alla faccia dei coglioni: di quelli che hanno votato il governo e degli altri".

Anonimo ha detto...

Cervo, mi sembri un tipetto un po' fervoroso. Non mi dà fastidio che qualcuno ci critichi, nè tantomeno che abbia idee diverse, ma vorrei almeno che non si leggesse con superficialità quanto scriviamo.

La tua domanda "il Capitalismo forse conosce ogni necessità degli esseri umani?" è davvero strampalata, e dimostra che non hai capito il succo del discorso.

Discutendo del migliore sistema economico, si pone l'alternativa tra dirigismo - cioè la pretesa dei politici di saper decidere dall'alto i giusti prezzi, la quantità delle produzioni, i giusti saggi di profitto, le giuste necessità dei consumatori ecc - e capitalismo (o libero mercato) che al contrario è la dottrina della libera interazione delle forze economiche che spontaneamente raggiungono un equilibrio di produzione e distribuzione delle risorse.

Il capitalismo non "sa" nulla, sono gli individui che, attraverso il calcolo economico individuale e l'interazione sociale, fanno funzionare la "mano invisibile" di cui parlava Smith.

Poi la frase "speriamo solo che non si tramutino in realtà, e che siano solo un modo per prendere bonariamente in giro la gente ed assicurarsi un facile consenso" significa semplicemente che è meglio sperare che i nostri governanti stiano dicendo cose che poi non hanno la reale intenzione di mettere in pratica, perchè se così fosse sarebbe un male assai peggiore del fastidio di sentirsi presi in giro. Il resto è un tuo "trip" mentale.

Anonimo ha detto...

"perchè se così fosse sarebbe un male assai peggiore del fastidio di sentirsi presi in giro."

Vedi questa è la tua opinione. E' tua opinione che quello sarebbe un male assai peggiore.

Le persone che apprezzano quelle uscite di Tremonti evidentemente hanno una LORO opinione che vale quanto la tua.

Contemporaneamente la popolazione di un Paese ha diritto ad essere rappresentata da persone che dicono quello che pensano, si assumono la responsabilità di quello che dicono e poi lo attuano.

Persone che dicono una cosa e ne fanno un'altra oppure fanno finta di farla (vedi Robin Tax) dovrebbero essere forzate a lasciare il proprio posto.

Non c'è nessun trip. Se tu non vedi le implicazioni di ciò che hai detto potrebbe essere un limite tuo e non "un trip" che si fanno gli altri.

Come non c'è nessun trip in nella frase "il Capitalismo forse conosce ogni necessità degli esseri umani?" che tu, curiosamente, hai trovato tanto strampalata ma che significa solamente: sei sicuro che "gli individui che, attraverso il calcolo economico individuale e l'interazione sociale, fanno funzionare la "mano invisibile" di cui parlava Smith" siano sufficienti a tenere in piedi la Società?

In altra maniera, meno rispettosa: credi ancora alla storiella della mano invisibile di Smith?

Se quello è il tuo dogma, se tu ci credi, e non vedi come non possa funzionare sempre e dovunque come fondamento dei rapporti sociali, è inutile che analizzi l'operato di chi (almeno a parole) sostiene di avere una visione diversa.

E come se mettessero il Papa al capo del governo (italiano) e tu dicessi, "sì, ma quel provvedimento che vieta l'uso dei preservativi spero che rimanga solo un annuncio perchè secondo me è dannoso". Secondo te lo è. Secondo me anche. Ma la questione finisce lì.

Non accusare di superficialità chi non condivide quel dogma. Forse ne ha un altro, forse non ne ha, forse ne ha altri due.

Continui a discutere del rapporto tra politica e sistema economico come se la politica si riducesse ad un sistema economico. Il problema che non vedi è che mentre l'Economia è parte integrante e fondamentale della Società, la Società non si riduce all'Economia dal momento che l'essere umano, per il quale l'economia ed il denaro sono necessari, non si riduce alla produzione ed al consumo (emblematico è il caso della parità salariare, nel quale si presenta un conflitto tra le aspirazioni delle persone di sesso femminile e le leggi dell'economia). Per cui una scelta che potrebbe apparire stupida e dannosa da un punto di vista strettamente economico (l'unico piano che tu consideri "reale", avente a che fare con la realtà, mentre gli altri sarebbero utopistici e idiologici) ha senso dal punto di vista della Politica che si occupa della Società nel suo insieme.

Oltre a questo ci sono contingenze storiche che possono rendere una teoria economica non applicabile direttamente come chi la sostiene vorrebbe che fosse.

Un economista che entra in politica e fa parte di un governo si occupa della Società, dando il suo prezioso contributo costituito delle conoscenze che possiede nel proprio campo specifico.

Mi fai pensare a quelle persone che ritengono Berlusconi un'ottima scelta per la guida del Paese perchè è stato un imprenditore di successo.

Anonimo ha detto...

"Contemporaneamente la popolazione di un Paese ha diritto ad essere rappresentata da persone che dicono quello che pensano, si assumono la responsabilità di quello che dicono e poi lo attuano."

Questo significa trattare le persone non da "coglioni" ma da esseri responsabili. Se tu avessi ragione e loro torto, si meriterebbero l'esito infausto della politica del loro rappresentante. Esito che avrebbe un effetto, per così dire, "(ri)educativo".

La volta successiva eventualmente voterebbero te come presidente del consiglio. Oppure una persona che la pensa ancora diversamente da (come si suppone la pensi) Tremonti e da te.

Lo so che tu non volevi proprio dire che la gente può benissimo essere trattata da cogliona, che intendevi semplicemente quello che hai scritto nel tuo precedente commento, che si trattava solo di un artificio retorico etc. ma è quello che hai detto.

Anonimo ha detto...

Se poi le argomentazioni del Liberismo sono del tipo di quelle di Antonio Martino, stiamo freschi...

Anonimo ha detto...

Bè, sono onorato di essere esecrato insieme a Martino...


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