martedì 31 marzo 2009

ELUANA ENGLARO: 17 ANNI DI CALVARIO

di Sara Acireale

I riflettori si sono finalmente spenti e Eluana Englaro riposa in pace, ma la sua vicenda sta continuando a condizionare il confronto politico e particolarmente l'esame del provvedimento sul testamento biologico. Vogliono cancellare il "diritto di scelta" per tutti i cittadini. Sul testamento biologico è stato votato un testo massimalista. Non c'è stato nessun "punto d'incontro" con gli altri soggetti politici. E' questo il "partito della libertà"? Si sono posti seri limiti alla libertà di cura dei cittadini. Si parla di coscienza ma la libertà di coscienza non può essere invocata a senso unico.

Essere "liberi" non significa essere felici, a volte la scelta è molto dolorosa ma la libertà di pensiero consiste in questo: scegliere, soffrire, vivere o morire senza che il governo o la Chiesa entrino nel letto dei pazienti. A questo bisogna mettere un argine. Stiamo vivendo una regressione culturale impressionante che è all'origne della nebbia che ci avvolge. Esiste un'informazione devastante che ha le sue origini in questa regressine culturale.

Bisogna riflettere. Beppino Englaro ha fatto pensare molti cittadini, così come aveva fatto Piergiorgio Welby. La maggioranza ha posto la questione cominciando dall'articolo 1 del disegno di legge, dove si dice: "La Repubblica riconosce il diritto alla vita inviolabile e indispensabile". Non nego che questo discorso sia giusto, ma la disponibilità della propria vita spetta al singolo individuo. La rivoluzione del consenso informato, il ribaltamento della relazione del medico col paziente, l'attribuzione della persona di decidere liberamente della propria vita. Vogliamo negare tutto questo?

Beppino Englaro ha intrapreso una dura battaglia durata 17 anni, io lo ritengo un eroe civile perché non ha preferito nascondersi nella clandestinità. Penso che debba essere un esempio per tutti. Molte menzogne sono state dette in tv tra le quali:

1) Una falsità è dire che l' alimentazione artificiale è una terapia: non lo è.
2) Hanno detto che Beppino Englaro avrebbe richiesto la sospensione della terapia perchè sconvolto dal dolore. Non è vero. Lui afferma che: "Eluana era una ragazza che amava la libertà, diceva sempre che non avrebbe voluto vivere una vita che non è vita. Sono suo padre e voglio rispettare la sua volontà".

E' giusto e sacrosanto rispettare la volontà di una persona, in questo caso di Eluana e suo padre lo ha fatto. La Chiesa cattolica parla di misericordia e, nel contempo, taccia Beppino Englaro di assassinio. Usiamo misericordia verso questo padre che ha sofferto e lottato per 17 anni per porre fine a una tragedia senza speranza.

Desidero terminare questo articolo con le parole pronunciate al sinodo del 1998 della chiesa valdese:" Il medico che si rende disponibile all'eutanasia attiva o passiva al fine di porre fine alle sofferenze e esaudire le richieste del paziente non viola alcuna legge divina, ma compie un gesto umano di profondo rispetto".

6 commenti:

maxmex ha detto...

D'accordo su tutto, tranne che su un punto, che è stato quello che ha condotto Eluana alla morte e, di conseguenza, alla liberazione da un trattamento durato 17 anni. Il punto è che di una volontà ricostruita con l'aiuto principalmente di suo padre si è voluto fare, da parte di uno schieramento politico (quello laicista capeggiato dai radicali) una bandiera politica. Dall'altra parte si sono aggregati ideologicamente, invece, i sedicenti difensori della vita con a capo il Vaticano ed il Governo Berlusconi, i quali, se non sono riusciti (grazie al presidente Napolitano) a stravolgere le istituzioni pur di mantenere Eluana in bilico, hanno avuto la loro rivincita con il provvedimento sul testamento biologico.
La verità è che se la libertà non è di per sé felicità, quest'ultima è impossibile in catene e catene sono quelle che ci vogliono mettere i potenti e tra questi ci metto anche i preti pagati con i soldi pubblici ed i giudici che ricostruiscono le volontà di chi non può esprimere volontà da 17 anni perché forse mancano pure i presupposti affinché volontà ci sia. Di certo Beppino Englaro è un eroe civile, avendo posto socraticamente la questione, "così come aveva fatto Piergiorgio Welby", ma mentre Socrate e Welby parlavano del loro destino, papà Englaro si è occupato di quello di sua figlia, che per quanto egli amasse, sempre un'altra persona era rispetto a sé. L'ultima parola non deve di certo essere quella di chi ci ama, in un quadro in cui il principio che vogliamo affermare è che sia la persona stessa a "decidere liberamente della propria vita".

Sara Acireale ha detto...

Rispondo a maxmex dicendo che Beppino Englaro era la persona che più di tutti conosceva sua figlia e, quindi, ha interpretato la volontà di Eluana e ha agito di conseguenza.E' stato capace (dopo 17 anni) di battaglie estenuanti di agire rispettando la volontà e la libertà della figlia.Ogni persona dovrebbe essere "libera" di decidere la sua cura, senza l'intervento dei politici e della chiesa cattolica.

maxmex ha detto...

Il fatto "che Beppino Englaro era la persona che più di tutti conosceva sua figlia e, quindi, ha interpretato la volontà di Eluana e ha agito di conseguenza" non giustifica che si faccia una regola generale che la genitorialità in sé sia sinonimo di migliore capacità di conoscenza e di rispetto della volontà dei figli. Riguardo la libertà personale siamo più che d'accordo, e, in questo quadro di libertà ci dovrebbe essere una legge del testamento biologico che serva proprio ad indicare la nostra volontà e/o chi deve decidere quando non ne siamo capaci temporaneamente o persistentemente.

Anonimo ha detto...

Smettetela.La vita è sacra e sta soltanto a Dio di togliercela oppure di lasciarcela. Noi non conosciamo i piani di Dio e non sappiamo qual'è la vita degna di essere vissuta.

maxmex ha detto...

Perché non ti firmi? Smetterla di far che? Di pensare e/o di esprimere il nostro pensiero? Ma smettila tu piuttosto. Certo che "La vita è sacra e sta soltanto a Dio di togliercela oppure di lasciarcela", quindi lasciamo che sia il Signore a giudicare se il nostro comportamento sia giusto o meno e non permettiamo che nel nostro rapporto tra noi ed il Sacro si insinui la prepotenza dei potenti di turno. Per me ogni vita è pienamente "degna di essere vissuta", ma qui la questione è politica, ovvero deve o no la legge civile imporre qualcosa in materia ai singoli? Per me no, poiché seguire una regola morale, religiosa, poiché impostami dalla coercizione statale non mi rende migliore, ma incapace di seguirla per libera scelta. Imporre la morale per legge di Stato è un controsenso logico, oltre che una violenza e quindi un'immoralità.

Anonimo ha detto...

Gentile Sara, forte, sentito e profondo il Tuo pensiero, persone come te dovrebbero avere o cercare più visibilità nel contesto sociale. Chi ti scrive è il neo commissario del Partito Liberale Italiano per Acireale che ha il compito di amplificare sul territorio tutte le voci liberali che vogliono farsi sentire in modo costruttivo. Aderisci o iscriviti per ridare voce e possibilità di azione al Partito Liberale Italiano. Rosario Rigano - Acireale


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