lunedì 20 aprile 2009

PER UNA PALESTINA ARABOISRAELIANA FEDERATA ALL'EUROPA

Un antisionista israeliano o è un matto masochista o è un santo (non nell'accezione comune di persona da venerare, ma di persona di buona volontà) che vuole la pace ed è disposto ad eliminare Israele pur di giungere alla pace ed ad una soluzione monostatale, che io non disdegno affatto. Un antisionista non israeliano esprime disprezzo verso uno Stato che non è il suo, come se ci fossero non italiani che si definissero antiitaliani. Lo accetteremmo? Se possiamo finire per accettarlo (ingiustamente) per i leghisti che italiani sono, mai lo accetteremmo per movimenti, Stati o singole personalità politiche estere. Perché ciò dovrebbe essere accettato da Israele? C'è qualcuno che si caratterizza per essere antiarabopalestinese? L'antinazionalismo non mi convince neppure come espressione. Usiamo termini in positivo, che esprimano meglio ciò che vogliamo costruire, piuttosto di ciò che intendiamo superare.

Il termine "antisemita" ha ormai sostituito totalmente quello di "antiebreo". Così finisco per leggere che Hamas è antisemita, come se i membri di Hamas non siano semiti anch'essi. Sono per una soluzione monostatale ai problemi israelopalestinesi. Soluzione monostatale è pure quella degli estremisti iraniani (infatti loro sono per uno Stato arabo islamico possibilmente sciita che butti al mare gli ebrei o che comunque li renda "inoffensivi"). Specifico, quindi, che lo Stato che voglio per la Palestina storica dovrebbe nascere da Israele e non contro Israele, che tale Stato sia il compimento delle speranze laiche, liberali e socialìste che stanno alla base del sionismo storico, che tale Stato e che lo sforzo per realizzarlo, quindi, non possano mai essere antisionisti.

Essere antisionisti oggi ed esserlo da non cittadini israeliani significa essere contro l'unico Stato al mondo a maggioranza ebraica. Qualsiasi ebreo o mezzo ebreo come io mi dichiaro credo che abbia il diritto di sentirsi per lo meno offeso. Immaginate che ci sia mezzo mondo letteralmente (capi di Stato, di governi esteri, movimenti più o meno organizzati, manifestazioni di piazza, personalità della cultura e gente comune) che dica peste e corna del Risorgimento, della Resistenza e della Costituzione italiana, che bruci il nostro tricolore e si faccia saltare per aria tra la popolazione italiana, che dichiari che gli italiani debbano sparire dalla penisola o che almeno non hanno il diritto di avere un loro Stato unitario poiché nato dalle violenze delle annessioni capeggiate da casa Savoia. Immaginate che tutto ciò avvenga quotidiamente e dappertutto, a partire dai salotti delle persone che più stimate. Se vivessimo in un clima simile noi italiani (residenti in italia o appartenenti alla diaspora italiana all'estero) accetteremmo che ci venisse detto che tutto ciò non è antiitaliano, ma soltanto contro l'ideologia della Repubblica Italiana? Non credo. Ecco spiegato con un esempio perché antisionismo significa antiebraismo.

A volte ciò che appare ragionevole non lo è affatto e la soluzione del problema israelopalestinese costruendo uno Stato arabopalestinese nei territori di Cisgiordania e Gaza è un esempio di ragionevolezza apparente. Volere fare nascere oggi uno Stato arabopalestinese nei territori della Palestina non israeliana sembrerebbe ragionevole, appunto, seguendo la logica della considerazione che è dal 1948 (anche da prima, a dire il vero) che lì i sionisti e gli arabi si fanno la guerra e, di conseguenza, se li separiamo e creiamo condizioni pressocché paritarie smetteranno di combattersi. A parte che tale semplificazione della realtà storica poco ha a che vedere con la realtà, quel poco che, comunque, di reale ha conduce, a mio modesto parere, a considerazioni opposte. Se ormai volere giudicare la nascita dello Stato israeliano ha poco senso logico e tanto senso negativamente ideologico, giudico la nascita dello Stato arabopalestinese come la peggiore tra le sciagure che possano capitare innanzitutto proprio agli arabopalestinesi. Tra l'altro, proprio l'attenzione per le parole mi porta a chiamarli così e non palestinesi soltando, poiché palestinesi sono anche gli israeliani, poiché quella regione geografica così si chiama da millenni, dal Giordano e dal Mar Morto fino al Mediterraneo e la geografia fisica non conosce confini, né ideologie. Lo Stato arabopalestinese dipenderebbe sempre da Stati esteri e attualmente finirebbe nelle mani della peggiore cricca (specialmente se a vincere l'attuale loro guerra civile strisciante sia Hamas).

Sono d'accordo, invece, sull'idea di far entrare Israele nell'Unione Europea. Canalizziamo tale percorso d'ingresso in maniera tale che Israele divenga sempre più lo Stato plurinazionale che non fa discriminazione alcuna tra i suoi cittadini. Favoriamo chi in Israele voglia fare tale percorso finanche essendo disposto a non usare più per il proprio Stato i simboli nazionali israeliani (nessuno gli impedirà di usare tali simboli per organizzazzioni intrastatali pubbliche e/o private, ovviamente). Gerusalemme potrebbe benissimo essere la capitale storica e culturale di tale rinnovato Stato plurinazionale postsionista (non antisionista) ed euromedioorientale. Ecco la mia ipotesi di Stato unico.

Il nome di Stato Palestinese, ad esempio, sarebbe per me abbastanza appropriato, se coinvogesse anche CIsgiordania a Gaza. Sarebbe un nome neutro e credo che nessun israeliano avrebbe paura a chiamare nei documenti ufficiali Palestina ciò che nel cuore chiama Terra d'Israele, se a base di un tale Stato ci fosse un totale rispetto dell'identità ebraica come di quella araba.

Continuo a dirmi sionista poiché realizzazione del sionismo è lo Stato d'Israele, che ritengo sia oggi ciò che più di ogni altra organizzazione si avvicini allo Stato unitario che auspico. Per realizzarlo non ritengo affatto possibile né auspicabile la fusione tra Israele ed ANP, specialmente alle attuali condizioni: l'ANP è allo sbando, non rappresenta l'interezza degli arabopalestinesi (neppure di quelli abitanti i territori palestinesi non israeliani) ed inoltre è in atto una guerra civile strisciante tra Fatàh e Hamàs, la quale rappresenta la maggioranza degli abitanti di Gaza.

Il primo passo, a mio modesto avviso di sionista filoarabopalestinese, dovrebbe essere quello di cancellare le discriminazioni interne allo Stato d'Israele tra cittadini ebrei e non. Discriminazione che è vergognosa e non giustificata dallo stato di guerra permanente. Non credo si possa giungere allo Stato unitario liberaldemocratico (nelle righe sotto spiego meglio che intendo) se non facendo in modo che l'entità che più gli rassomiglia (Israele) adotti i principi su cui vogliamo fondarlo. Da parte nostra di europei ciò potrebbe essere favorito dall'ingresso di Israele nell'Unione Europea. Se si lasciasse intendere in maniera chiara che le regioni di Cisgiordania e Gaza avrebbero il diritto di ingresso in Israele che entra nell'Unione Europea vedrei tale mossa favorire l'eventualità che emerga una figura politica arabopalestinese che guidi il suo popolo verso la pace e la libertà della soluzione monostatale che qui prefiguro, specie se si dicesse in maniera chiara che i simboli ed il nome statali potrebbero in tale fase "costituente" essere concordati.

Da sionista pretenderei che ciò non cancelli Israele, ma che la renda una parte dell'entità statale unica come un cantone lo è della Svizzera o il lander della Baviera lo è della Germania e lo stesso tipo di autonomia potrebbero avere la regione di Gaza o la Cisgiordania, ovviamente. Il nuovo Stato Palestinese dovrebbe essere fondato sulle idee della liberaldemocrazia, che include democrazia e non discriminazione, includendo Stato di Diritto e legame cultural-politico con l'Occidente, inteso nel senso politico e non geografico (Australia, India, Giappone, quindi, inclusi). La nascita di tale Stato ed il suo ingresso nell'Unione Europea dovrebbe essere accompagnato all'impegno, da parte dell'Unione Europea stessa di dare risarcimento ai profughi palestinesi, intendendo per profughi quelli che realmente hanno subito perdite ingiustificate dalla nascita dello Stato israeliano o dalle guerre che si sono succedute in questi '60 anni, includendo i loro figli. La legge del ritorno e le massiccie immigrazioni di ebrei (e non ebrei che hanno approfittato delle falle della legge) negli anni '90 hanno favorito le attuali violenze, una "legge del ritorno" per i palestinesi dovrebbe, quindi, essere esclusa. La questione sionista e quella palestinese sono congiunte e sono transnazionali e possono avere adeguata soluzione solo a livello transnazionale.

Perché è nato il sionismo? Perché i nipoti ed i pronipoti di palestinesi che vivono (ed hanno vissuto dalla nascita e magari vorrebbero continuare a vivere) in un altro Stato arabo non ne hanno la cittadinanza? Il sionismo è nato per dare patria a qualsiasi ebreo del mondo che voglia vivere in uno Stato ebraico, a prescindere da dove fondarlo. Poi si scelse, sbagliando a mio avviso, la Palestina ed ora lo Stato israeliano esiste eccome, ma è destinato o a morire o a trasformarsi nella peggiore macelleria fascista di quell'area del globo. L'aspirazione di dare patria a qualsiasi ebreo del mondo voglia averne credo sia ancora, purtroppo, valida, ma bisogna prendere atto che tale patria non può essere né l'attuale Israele né l'eventuale futuro Stato unitario. Allo stesso modo gli arabopalestinesi debbono comprendere che è impraticabile la via del ritorno dei loro profughi o meglio di quelli che nella loro maggioranza tali vengono considerati per strumentalizzarli affinché nella Palestina pace non ci sia finché c'è Israele ed i sionisti.

L'unico sionismo politico attuale nello scenario globale è lo Stato d'Israele, con tutte le sue contraddizioni e con i suoi pregi e difetti. Qualsiasi antisionismo pretende di cancellare tale Stato. Il mio monostatalismo liberalfederale accetta che i simboli, l'inno e perfino le attuali istituzioni israeliani non vengano smantellate fino a che sionisti abitino nell'attuale territorio israeliano. L'importante è che tutto ciò non venga imposto alla restante parte (arabi ed altri) del territorio palestinese. Sionismo e monostatalismo liberalfederale sono perfettamente compatibili, quindi.

Da gandhiano non mi dispiace neppure il nazionalismo, inteso non nelle sue degenerazioni, ma come amor patrio od anche amore per la cultura e le tradizioni della propria etnia. Gli attuali nazionalisti arabi pure, nello Stato federale che auspico, e forse anche meglio di ora potranno esprimere i propri sentimenti, anche quelli di odio antiebraico, l'importante è che non venga tollerato il passare alla violenza.

Ogni reale speranza per israeliani ed arabopalestinesi è per me nella soluzione monostatale. Gli arabi dovrebbero battersi per entrare in tale Stato e per renderlo migliore, piuttosto che per separarsi illisoriamente da Israele con l'idea anacronistica, violenta ed irrealizzabile dell'indipendenza.

Legge del ritorno e risarcimento ai profughi palestinesi dovrebbero essere assunti, nel quadro che qui prefiguro, come carichi, onerosi ma onorevoli, dagli Stati Uniti d'Europa auspicati dai radicali o, almeno, dall'Unione Europea così come attualmente è, entrando Israele nell'Unione.

Per ciò che riguarda "la legge del ritorno", ne vorrei una che sia valida per chiunque si dichiari ebreo e viva in Stati in cui ciò basta per non essere sicuro, per qualsiasi ragione. Vorrei una tale legge per l'intera Unione Europea. Lunga vita ad Israele! Pace e libertà all'intera Palestina... federata con gli Stati Uniti d'Europa.

Purtroppo, invece, la guerra sta trasformando Israele in qualcosa che mi fa paura. Per questo dobbiamo al più presto batterci per farla ritornare alla ragione ed alle sue radici laiche e liberal-laburiste. Chi meglio di chi si ispira all'azionismo può fare ciò? Quale forza politica può vantare tale comunanza di ispirazione di fondo con il sionismo? Salviamo Israele dalle degenerazioni militariste e nazionaliste, che la stanno trasformando in un mattatoio! Il movimento sionista, infatti, era laico e liberal-laburista come nessun altro movimento politico al mondo se non quello azionista. Lo Stato d'Israele oggi mi sembra sempre meno laico e sempre meno liberal-laburista. Sempre meno sionista, quindi. A parte gli ebrei azionisti che tutti conosciamo, molti ebrei italiani sono passati dalla tessera del Partito d'Azione al movimento kibbutzim in Israele, ovvero dal battersi per la libertà ed un socialìsmo non dogmatico qui in Italia a costruire praticamente un socialìsmo che non si è macchiato di ideologismo e di crimini in Israele. Tanti sono i legami tra azionismo e sionismo. Primo fra tutti i nomi di tali legami l'architetto e storico dell'architettura Bruno Zevi, sionista ed azionista. Alcuni esponenti azionisti erano dichiaratamente dalla parte di Israele.

Riguardo i "sionismi di destra", non mi pare abbiano caratterizzato la società e la politica israeliana come e quanto i sionisti laburisti, ma è vero che negli ultimi vent'anni le cose hanno preso un'altra direzione e di sperimentazione socialìsta se ne vede e se ne parla sempre meno, mentre di guerra e di paura se ne vede e se ne parla sempre più nella mia amata ed alla deriva Israele.

3 commenti:

GMR ha detto...

Capisco il sogno, ma mi pare un casino. Gli europei non voglio i turchi, figuriamoci una nazione mezzo araba e mezzo ebrea. Gli Israeliani si fidano molto più degli americani che degli europei, e fanno bene. Gli arabo palestinesi poi non ce li vedo oproprio desiderare di stare nell'UE. Che poi con gli Israeliani si condivida la cultura occidentale, questo è vero. Ma, in fondo, in politica questo non conta nulla. E poi, tu ce la vedi l'Europa correre in soccorso di Israele in caso di guerra con gli arabi? sono stato in Israele, l'unico israeliano pro UE era un ingenuo elettore del Labour. Non c'è niente da fare: quelli di sinsitra sono sempre i più illusi, vale anche in Israele.

maxmex ha detto...

Anche il sionismo un tempo era solo un sogno. Gli israeliani si fidavano "molto più degli americani che degli europei", e facevano bene. Sarà sempre così? Gli arabopalestinesi desiderano sì di stare nell'UE, solo che non credono che chi li guida sia capace di avviarli in tale direzione, a ragione. L'Europa non correrà "in soccorso di Israele in caso di guerra con gli arabi"? Certo, fino a quando Israele non sarà nell'UE.

yagmurunsesi ha detto...

# Anno 1404 German 2009 ISO
Anno 1404 German 2009 ISO oyun indir Fifa.2010-RAZOR1911 - Desperate Measures - [ NEW ] 2009 php pro bid 6 03 | dvdrip.torrent | lynda..designing.a.magazine.layout.hands | fito y fitipaldis antes de que cuente diez |Command & Conquer...
# Fifa.2010-RAZOR1911
Fifa.2010-RAZOR1911 oyun indir Hollywood Undead - Desperate Measures - [ NEW ] 2009 php pro bid 6 03 | dvdrip.torrent | lynda..designing.a.magazine.layout.hands | fito y fitipaldis antes de que cuente diez |Command & Conquer 3™: Les ...
# 3D Desktop Recorder 9.1 fix izle
3D Desktop Recorder 9.1 fix oyun indir Hollywood Undead - Desperate Measures - [ NEW ] 2009 php pro bid 6 03 | dvdrip.torrent | lynda..designing.a.magazine.layout.hands | fito y fitipaldis antes de que cuente diez |Command & Conquer 3™: ...
# unnai pol oruvan- tamil movie mp3 songs
unnai pol oruvan- tamil movie mp3 songs mp3 indir gossip girl 01x02 ita | biology (campbell reece) 7th edition cd | la vida loca fr | met-art | jewel master | free namastey london in mp4 formate.torrent | romanzo criminale 1 e 2 serie | si...
# Need For Speed Shift [ Fix]-Reloded download
Need For Speed Shift [ Fix]-Reloded oyun indir Hollywood Undead - Desperate Measures - [ NEW ] 2009 php pro bid 6 03 | dvdrip.torrent | lynda..designing.a.magazine.layout.hands | fito y fitipaldis antes de que cuente diez |Command & C...
# Command & Conquer 3™: Les guerres du Tiberium + Pas de DVD indir
Command & Conquer 3™: Les guerres du Tiberium + Pas de DVD oyun indir Hollywood Undead - Desperate Measures - [ NEW ] 2009 php pro bid 6 03 | dvdrip.torrent | lynda..designing.a.magazine.layout.hands | fito y fitipaldis antes de que cu...


_________________
Sondaggio:

_________________
Link:

Libertiamo
Ismael
LaVoceDelGongoro
Chicago-Blog
Zamax
Il bosco dei 100 acri
Freewheelin'
Massimo Messina
Sara Acireale
Calamity Jane
Robinik
Tocqueville
Libertari.org
Neolib
MenoStato
Istituto Bruno Leoni
Fondazione Einaudi
Lib
UpL
Partito Radicale
LiberoPensiero
G.O.I.
Orso von Hobantal
LibertyFirst
Psicologica-mente
G.M. Ruggiero
UsemLab
Phastidio
Il Pungolo
NoiseFromAmeriKa
MoteInGodsEye
ParoleDalMioMondo
Legno storto
L'Occidentale
Mises Institute
Magna Carta
A conservative mind
BrigantiLibertari
Abr
Giovani Liberali
Camelot Destra Ideale
Orizzonte Liberale
Jinzo
Epistemes
Arcana Intellego
Italia Laica
Lexi Amberson
GermanyNews
365 di L. Lomangino

_________________
Disclaimer:

I post presenti su questo sito sono pubblicati a titolo personale dai rispettivi autori e non rispecchiano necessariamente
le idee del
Movimento Arancione