venerdì 11 gennaio 2008

FAMMI CAUSA

di Francesco Lorenzetti

"Tutto sarebbe perduto se lo stesso uomo,
o lo stesso corpo di maggiorenti, o di nobili, o di popolo,
esercitasse questi tre poteri: quello di fare le leggi,
quello di eseguire le decisioni pubbliche, e quello
di giudicare i delitti o le controversie dei privati"
Montesquieu, Lo spirito delle leggi

Ormai non fa più notizia che il Casarini di turno si macchi di crimini contro lo Stato e contro la proprietà e poi la faccia franca, così come è diventato normale che in ogni città vengano occupati abusivamente edifici sotto gli occhi impotenti delle forze dell'ordine o che Brigatisti e terroristi di ogni sorta si vedano condonare o sensibilmane accorciare la pena in forza di qualche oscura trama politica. Lo stato della giustizia in Italia ha raggiunto livelli da terzo mondo, e "il paese dei furbi" ormai non si indigna nemmeno più. "Fammi causa!" è diventato lo sfottò per eccellenza di una società che ha compreso di poter contare sull'impunità, e i dati statistici che ci pervengono da alcuni studiosi di problemi della giustizia confermano la vastità del problema. La Corte Europea di Strasburgo, fino al 2006, ha condannato il nostro Stato 1.012 volte al risarcimento di danni causati ai propri cittadini a seguito di episodi di malagiustizia, a fronte delle 250 condanne nei confronti della Francia, le 255 della Spagna, le 31 della Germania e le 22 del Regno Unito. Il dato è impressionante, e dipende soprattutto dalla durata biblica dei processi civili. Un giudizio di primo grado dura in Italia mediamente 887 giorni, mentre in secondo grado e cassazione si superano i 1000 giorni. Ciò significa che, volendo arrivare fino all'ultimo grado del processo, impiegheremmo circa 3.000 giorni più i tempi dei vari ricorsi (alla fine quasi dieci anni) ad ottenere la sentenza definitiva.
Ciò che dico è scontato e risaputo, ma troppo spesso assistiamo all'enunciazione di un assurdo luogo comune di matrice socialista sulla causa di tale sfascio: la mancanza di fondi. L'Italia spende invece moltissimo per la giustizia, circa 47 euro per abitante, contro i 35 della Francia e addirittura gli 8 del Regno Unito. E abbiamo anche un numero piuttosto elevato di giudici (più di 6.000) che ci accomuna a paesi con un più alto numero di abitanti come, ad esempio, la Francia.
Il vero problema è, invece, che in Italia abbiamo applicato i princìpi del socialismo alla magistratura, dimenticando la lezione di Montesquieu. I magistrati non rispondono dei loro errori, e avanzano di carriera soltanto in base all'età. Non c'è alcun meccanismo di controllo democratico che bilanci lo strapotere dei giudici e dei pubblici ministeri (come l'impeachment americano). Non c'è imparzialità del giudice nei processi penali. Non c'è il principio fondamentale dello stare decisis, che obbliga il giudice di rango inferiore a rispettare il precedente giurisprudenziale stabilito dalle corti superiori. Sono questi i veri problemi, ai quali nessun politico sembra essere intenzionato a dar risposta. Ma le conseguenze sono gravissime: come può reggersi una società in cui il sistema giudiziario è così decadente?

9 commenti:

Anonimo ha detto...

per fortuna che non c'eravate voi 2000 anni fa quando una povera coppia decise di occupare abusivamente un immobile per cercare riparo e far nascere il proprio bambino. questo giovane anticipatore delle gesta di casarini avrebbe poi fondato una nuova religione che non era basata affatto sulla proprietà privata, anzi.
sulla durata dei processi. sono gli avvocati e non i giudici (che anzi avrebbero voglia di togliersi dalla palle un po' di lavoro) ad avere interesse a prolungare la durata dei processi per arrivare alla prescrizione. basterebbe eliminare o ridurre i tempi di prescrizione e i tempi si accorcerebbero facilmente. ma si doveva proteggere Berlusconi, Dell' Utri, Previti etc etc e quindi i "liberali" italiani hanno fatto l'esatto contrario."Non c'è alcun meccanismo di controllo democratico": magari bisognerebbe pure imbavagliarla un po' sta magistratura sottomettendola al potere politico propagandandolo come meccanismo di controllo "democratico". molto liberali, bravi, direi quasi fascisti.
impeachment, stare decisis e le altre fregnacce non c'entrano niente con la durata dei processi.

Anonimo ha detto...

Solo una persona profondamente ignorante può arrivare alle tue conclusioni.

Parli di Gesù, e non conosci i testi sacri (non ci fu nessuna occupazione abusiva di immobile, e ti sfido a citare un Vangelo che dica il contrario) e addirittura ti permetti di paragonarlo a Casarini, un criminale comune.

Poi parli di Diritto, e dimostri di non avere gli strumenti minimi di discernimento. Proponi di ELIMINARE o RIDURRE i tempi di prescrizione: ma ti sei accorto che parli di due provvedimenti di segno contrario? E poi secondo te basterebbe questo (ma quale dei due??) per migliorare il sistema giudiziario?

Dai, per cortesia, non venirci a dare lezioni. Studia.

Anonimo ha detto...

Pefettamente. Concordo in pieno con F.L quando sostiene che la nostra giustizia è una vera indecenza. Si potrebbe discutere sulle cause di tanta inefficienza. La spesa pro capite per la giustizia è un dato importante e significativo, ma mi risulta però che a livello di percentuale (non ricordo dove ho esaminato questi dati, ma mi pare fosse un sito istituzionale)sulla spesa pubblica la quota riservata alla giustizia sia ridicola (0,qualcosa%)quindi fra tanti sprechi quello per il sistema giudiziario è il minore.

Tirare in ballo Gesù Cristo mi sembra fuori luogo in tutti i sensi. Anche perhè non si sa con esattezza di che cosa si trattasse esattamente (tipo di immobile e stato, nonche proprietà)...

Il tipo di famiglia giuridica di appartenenza (civil law con codici ecc ecc oppure e common law con lo stare decisis, precedenti vincolanti overruling ecc) non è di per se significativa. Francia e Germania sono civil law e non hanno i nostri problemi.

Il giudice eletto può andare in contro a clientelismi esattamente come quello non eletto. Inoltre non sono sicuro che avanzino solo per anzianità. Il problema è che la valutazione del loro operato è effettuata da magistrati, quindi dagli stssi interessati in definitiva (un po' come i parlametnari che decidono di aumentarsi lo stipendio)

Per il resto, dare la colpa alla "socialistizzazione" della magistratura, o a Berlusconi & Company non significa nulla. Non ha senso.

E il Fascista, per definizione, *non* è Liberale, ergo paragonare i Liberali ai Fascisti è un insulto.

Anonimo ha detto...

Che i magistrati avanzino soltanto per anzianità te lo assicuro io. E la famiglia giuridica di appartenenza è significativa eccome: in Inghilterra bastano 1000 giudici contro i 6000 nostri, e questo grazie all'efficienza del common law. In Germania non avranno i nostri problemi, ma hanno 23.000 giudici!

Federico Zuliani ha detto...

Caro JL, tu dici che non si sono accorciati i tempi della prescrizione solo x favorire Berlusconi & Co. Beh, sappi che è stato proprio il centrodestra guidato da Berlusconi a proporne l'accorciamento...studiare le cose prima di sparare sciocchezze non farebbe male...

Sul paragone tra Gesù e Casarini non mi esprimo nemmeno...
Ne faccio invece uno tra te e Casarini stesso: entrambi due testicoli con le gambe...

Anonimo ha detto...

Ma non era proprio per la riduzione dei tempi di prescrizione che la sinistra, a suo tempo, latrava contro la legge "salva Previti"? Boh...

Giuseppe e Maria, poi, erano profughi e hanno occupato temporaneamente l'immobile in questione...mentre nell'Italia dei santi e dei navigatori l'appropriazione di residenze sfitte è perfino consentita dalla legge.

Meno male che nell'articolo Francesco si è occupato solo della giustizia civile; il senso del pudore patrio deve avergli suggerito di stendere un velo pietoso sullo stato di quella penale, che vede impunito il 97% dei reati (mando a memoria un vecchio refrain pannelliano). Come dicono quelli dell'IBL, qui più che di "rule of law" è meglio parlare di "roulette".
Speriamo che la ruota giri bene, ragazzi. Incrociate le dita.

Anonimo ha detto...

io sono un gran ignorante e perciò poco libero. ma so una cosa. è sempre colpa dei comunisti. per dio.

Anonimo ha detto...

Suggerireste cosa allora? Trasofrmare l'Italia in un paese di common law? basato sulla consuetudine (che in Italia ormai sarebbe solo quella di delinquere??)facendo eleggere i giudici dal popolo? Così poi non si avrebbero 2 tribunali uguali in tutto il Paese. Con la frammentazione politica che abbiamo (a livello di elettorato)si riprodurrebbe lo stesso casino che regna sovrano nel mondo politico...così oltre ad essere totalmente incapaci di FARLE le leggi diverremmo anche totlamente incapaci di APPLICARLE. Anche perchè dovremmo radicalmente trasformare tutti i rapporti tra istuituzioni e poteri. Mi par difficile poter raggiungere un risultato simile. Comunque non condivido le posizioni sul civil law. E da ultimo i magistrati avanzano di carriera con criteri misti anzianità/esami di valutazione. Vedere http://www.giustizia.it/speciali/ordgiud_accesso.htm
2300 giudicanti o magistrati? e potrei sapere dove hai preso questi dati? Mi interesserebbe tanto darci un'occhiata...potrebbero servirmi.

Anonimo ha detto...

Potreste almeno usare uno pseudonimo? Non capisco se i vari "anonimi" siano la stessa persona o meno.

Sulla giustizia penale ho intenzione di scrivere un post a parte, dopo che avrò finito di leggere "Toghe rotte".

Comunque le mie fonti sono su internet, poi nel libro di Giacalone "La malagiustizia" e in quello curato da Bruno Tinti "toghe rotte", nonchè "Il modello di common law" di Ugo Mattei e "Sistemi giuridici comparati" di Rodolfo Sacco.

Io non ho mai parlato di trasformare l'Italia in un paese di common law. Dico solo che alcuni degli istituti del diritto anglo-americano funzionerebbero anche da noi. E sulla progressione di carriera, ribadisco che le recenti riforme hanno solo ATTENUATO il regime basato sull'anzianità, prevedendo che in alcuni casi si possa anticipare un pochino l'avanzamento per anzianità previo superamento di un esamino ridicolo gestito dal CSM (cioè dalla magistratura stessa). Ma la sostanza non cambia, e soprattutto non vale il princpio contrario: chi ha avuto una "promozione" non può, per demerito, venire punito nella carriera e perdere il suo posto.


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